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Zara: rimossa bomba alleata del ’43 (Il Piccolo 16 mar)

FIUME E’ stata rimossa ieri mattina e poi distrutta senza inconvenienti la grossa bomba d’aereo scoperta casualmente la settimana scorsa durante lavori di scavo nel centro storico di Zara. L’ordigno – un ricordo dei devastanti bombardamenti alleati subiti dalla città dalla fine del 1943 fino alla calata delle forze partigiane di Tito – era venuto alla luce pochi giorni orsono durante degli scavi in zona Campo Castello, in via Pier Alessandro Paravia, «dentro le mura» e quasi all’estremità del promontorio sul quale sorge la parte più antica del nucleo urbano.

La bomba d’aereo, del peso di 200 kg, si trovava appena 1,5-2 metri sotto la superficie, conficcata nel terreno in posizione obliqua. Prima di estrarla gli artificieri hanno dovuto effettuare la delicata e rischiosa operazione di raddrizzarla, cosa avvenuta nel corso della giornata di venerdì dopo che tutti gli abitanti della zona erano stati evacuati. Ieri mattina, poco dopo le 9, la bomba è stata finalmente rimossa e trasportata fuori città con un automezzo speciale.

Con le misure di sicurezza del caso, l’ordigno è stato trasferito in una vecchia cava dell’entroterra zaratino, nella zona di Gracac, per essere fatto brillare. La bomba era rimasta nel suolo del centro storico di Zara, immediatamente a ridosso delle rive esterne del promontorio, per oltre sessant’anni. Ossia dai bombardamenti alleati che dai primi giorni del novembre 1943 in poi e fino alla fine di ottobre dell’anno successivo devastarono quasi completamente la città, provocando un elevato numero di vittime. A questo proposito le varie fonti sono discordi: si va da un massimo di 4 mila a un minimo di un migliaio di morti. Si stima che le vittime furono non meno del 10 per cento della popolazione. Le distruzioni furono tremende e, al termine delle incursioni dei bombardieri alleati (soprattutto i Baltimore, i Mitchell, i Wellington, ma poi anche i più pesanti quadrimotori Liberator B-24 e le Fortezze volanti B-17), il 90 per cento degli edifici risultarono o rasi al suolo o inservibili.

Come per il numero di vittime, così anche per il numero dei bombardamenti vi sono cifre discordanti. Dopo quello della sera del 2 novembre ’43 – quando otto bombardieri Boston provocarono 163 morti e 260 feriti, dando inizio all’esodo della popolazione – ve ne furono a decine: tutti, a quanto pare, dovuti alle disinformazioni inviate al comando alleato dai partigiani e secondo le quali in città vi sarebbero state ingenti forze combattenti tedesche. Cosa risultata poi completamente falsa. Tanto bastò tuttavia per scatenare le incursioni aeree angloamericane partite dalle basi del Sud Italia.

Pare che in tutto fossero state contate 53 incursioni, con una trentina di bombardamenti pesanti. (f.r.)

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