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Trieste fa quadrato contro il sindaco di Capodistria (Il Piccolo 29 mag)

di SILVIO MARANZANA

Se il suo intento occulto era di riuscire finalmente a ricompattare tutti: politici e industriali, destra e sinistra, il sindaco di Capodistria Boris Popovic ha colto nel segno scontentando con le sue dichiarazioni l’intera città. Con le sue opinioni su Trieste, che comunque ha dichiarato di amare, raccolte nell’intervista a tutta pagina pubblicata ieri dal Piccolo, della Trieste di oggi ha criticato quasi tutto: dalla riqualificazione delle Rive al progetto del rigassificatore, dai troppi semafori all’incapacità di ricollocare i lavoratori della Ferriera.

Il sindaco Roberto Dipiazza che pure spesso cita i caffè bevuti assieme all’amico Boris, ha fatto sapere di non voler replicare perché l’argomento non lo accalora, così come un no comment è giunto dal senatore del Pdl Giulio Camber. Il sindaco ha lasciato così spazio al suo vice Gilberto Paris Lippi che ha replicato sparando ad alzo zero. «Se questi sono i suoi amici – ha commentato Lippi – è meglio che Dipiazza si procuri qualche nemico in più. Le dichiarazioni di Popovic mi sono sembrate un’accozzaglia di pressapochismi e baggianate, affermazioni demagogiche fatte senza conoscere nulla nel merito. Un sindaco che si crede illuminato, ma è una fortuna che le mani nel centro storico di Capodistria le abbiamo messe qualche anno fa noi italiani e non lui. Quanto al suo progetto per il Porto Vecchio da trasformare in una sorta di Venezia con i canali navigabili, anche Basaglia avrebbe qualche difficoltà a comprenderlo. E dopo aver sparato a casa nostra ha pure il coraggio di sostenere che la vignetta slovena è conveniente. Certo, se un turista napoletano va a Capodistria, tornato a casa, dopo tre giorni dovrebbe tornare su per sfruttare la vignetta al meglio».

Nemmeno il presidente di Assindustria, Sergio Razeto, ha gradito eccessivamente: «Non l’ho trovato un discorso razionale, ma una serie di frasi dettate dall’enfasi, con impatto emotivo eccessivo, forse deliberatamente esagerate. Proprio prima di leggere l’intervista avevo commentato la bellezza delle piante in mezzo alla Rive, che ritengo siano state validamente riqualificate e che mi sembrano una delle parti più apprezzabili della città. Altro che autostrada e cimitero. Certo il Porto Vecchio è ancora materialmente fermo, ma la fase burocratica è a buon punto ed è auspicabile che lavori partano tra breve. Bisogna fare i conti con i mezzi che si hanno. Facile la critica contro il rigassificatore, ma è un discorso che riguarda i governi nazionali e mi sembra che ora non ci siano più ostacoli per la sua realizzazione. Anch’io preferirei prati verdi al posto del rigassificatore, se si vivesse di erba. Ma così non è. Si può anche tentare di fare di Trieste la Dubai del Nord e puntare tutto sul turismo come forse Popovic vuole suggerire. Ma non ci scommetterei nulla su un progetto del genere».

«Mi pare che il primo caldo abbia fatto il suo effetto – è la reazione ancor più rabbiosa del senatore del Pdl Roberto Antonione – di fronte a tanta poca eleganza, non mi sembra nemmeno opportuno entrare nel merito delle questioni, bensì dare un giudizio drastico sul metodo perché qui a parlare è il sindaco non solo di un’altra città, ma di una città di un altro Paese. Noi mai ci saremmo permessi, a ruoli invertiti considerazioni simili. Credo si sia trattato di dichiarazioni offensive e lo avrei detto anche se tutte le amministrazioni locali fossero di centrosinistra».

«Non voglio entrare nella polemica – si schermisce il presidente della Camera di commercio Antonio Paoletti – ma non posso non dire di sentirmi, come triestino, soprattutto amareggiato. Credo sia opportuno abbassare i toni e non mi sembra corretto attaccare in questo modo le amministrazioni territoriali. È vero anche che i progetti in questa città non vanno avanti e che situazioni spiacevoli come questa innescata dall’intervista a Popovic si creano quando molte situazioni non sono chiare».

Pur in mezzo a qualche timido apprezzamento per la scossa data alla città, sostanziali malumori anche nel fronte del centrosinistra. «Alcune sollecitazioni possono anche essere accolte in spirito di amicizia perché fatte da uno che sostiene di ammirare la città – commenta il deputato del Pd Ettore Rosato – ma hanno un accento di criticità che non posso affatto sottoscrivere anche perchè del tutto ingiustificato. Manca lo spirito collaborativo e i suggerimenti sono alcuni del tutto fantasiosi, altri completamente errati. È chiara la contrarietà al rigassificatore perché c’è l’interesse a vederlo realizzare dalla loro parte, semplicistiche le considerazioni sulla Ferriera. Popovic ha ragione sulle Rive dove il piano regolatore prevedeva il tunnel per le auito davanti a piazza Unità, ma lo comprende qualsiasi turista».

Anche secondo la senatrice del Pd Tamara Blazina si tratta di «giudizi buttati là senza conoscere le questioni nel merito, dati in modo semplicistico e demagogico mentre ognuno – afferma Blazina – dovrebbe guardare di più e con spirito maggiormente critico a casa propria. Vero è – continua la senatrice del Pd – che Trieste sconta una certa arretratezza che si concretizza in una mancanza di visione strategica complessiva del suo futuro. È su questo che sta lavorando il Pd – conclude – sull’elaborazione di un progetto complessivo di sviluppo che sfrutti la potenzialità di questa bella città».

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