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Padriciano: ”open day” per non dimenticare (Il Piccolo 29 mag)

di PATRIZIA PICCIONE

Dei circa centodieci campi di raccolta profughi sparsi in Italia che hanno fatto da surrogato di casa a migliaia di esuli dopo il 1945, il Centro Raccolta Profughi di Padriciano, e' l'unico ad aver conservato la struttura originaria anche dopo la sua dismissione a metà anni '70. Ieri pomeriggio, il Museo di Carattere Nazionale C.R.P. – Padriciano, dopo il recente restyling per ottimizzare la sua funzione espositiva e di luogo della memoria che raccoglie e custodisce un importante capitolo della storia dell'esodo giuliano-dalmata, ha formalmente riproposto la sede con un open day alla città. «Soprattutto per le giovani generazioni è difficile comprendere la portata della tragedia umana dell'esodo. Ci vuole una notevole dote di empatia che non è semplice acquisire solamente attraverso i libri di scuola, o i racconti dei nonni. E' toccando con mano e respirando l'atmosfera del luogo che possono capire la sua dimensione reale», ha spiegato Massimiliano Lacota, presidente dell'Unione degli Istriani, alla presentazione della giornata, cui hanno partecipato il consigliere regionale Piero Camber, l'onorevole Massimiliano Fedriga e l'assessore Mariella De Francesco della Provincia, l'ente che ha in carico il comprensorio di circa 8 ettari, originariamente progettato per le forze armate angloamericane. Realizzato inizialmente come mostra permanente nel 2004 in occasione della duplice ricorrenza dei 50 anni di fondazione dell'Unione degli Istriani e del 50mo anniversario del ritorno di Trieste all'Italia, oggi il Museo C.R.P. è tra i piu' visitati "luoghi della memoria" della nostra regione, assieme al Sacrario di Redipuglia, la Foiba di Basovizza e la Risiera di San Saba.
In sette anni, infatti, hanno varcato l'originaria doppia cancellata dove c'era il posto di controllo della Polizia civile oltre 60mila visitatori da tutt'Italia e anche dall'estero, ma soprattutto dalle scolaresche. Il percorso espositivo si articola su due piani: a livello didattico propone un inquadramento storico generale attraverso l'analisi di documenti e delle carte d'archivio. E poi invece quello che testimonia il lato umano, ossia la cruda quotidianità dei profughi costretti a vivere nelle anguste baracche prive di acqua corrente ed elettricità. Iniziando dalla parete coperta dalle immagini dei volti che accolgono il visitatore all'inizio del percorso espositivo, per poi toccare con mano il senso di privazione di coloro che prima di prendere possesso della loro "casa", dovevano lasciare nei magazzini del Porto Vecchio, la quasi totalità delle loro cose. In scala ridotta sono riprodotti gli oltre 2mila metri cubi di masserizie – utensili, mobili, indumenti, giocattoli, dischi, quadri – ancora oggi conservati nei magazzini del porto. Anche il sito web è stato implementato: è possibile infatti fare un tour virtuale del C.R.P. navigando nelle pagine di www.padriciano.org, oltre a prenotare le visite on line, e anche far incidere una targa in memoria delle vittime dell'esodo, da collocare all'interno o all'esterno del museo.

 

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