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L’etimo di ”piròn” (Il Piccolo 29 mag)

LETTERE

Mi riferisco al contenuto de «Il ricordo» apparso sabato 22 maggio a firma del signor Giorgio Talamini. Rendo anch’io onore alla memoria del grande prof. Duilio Tagliaferro ma vorrei aggiungere ulteriori precisazioni circa l'etimo del nostro termine dialettale «piròn» in quanto, a mio avviso, deriva da una parola greca che identifica esattamente la nostra posata. Innanzi tutto va detto che in tutta la nostra penisola si usa in dialetto locale questa parola, con varie sfumature, per significare lo stesso utensile da tavola: in Piemonte si chiama «biròn», in Veneto «piròn» o «pirùn», in Trentino «pirùn» o «pirona», in Friuli «piru» o «birò» e in Sicilia e Calabria «piruni». Il termine deriva direttamente dal greco antico «peronion» (in greco moderno peirouni o pirouni) che significa esattamente una piccola cavicchia, ovvero una forchetta a due rebbi. A conferma di ciò si narra questa leggenda: un doge veneziano sposò una principessa bizantina di lingua greca. Al fastoso pranzo di nozze la principessa utilizzò le sue posate d’oro fra cui una specie di forcone a due punte che chiamò appunto peronion, dai veneziani trasformato quindi in piròn.

Bernardino de Hassek

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