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Straulino, l’epopea di un lussignano padrone dei mari (Il Piccolo 17 nov)

di PIETRO SPIRITO

«Se incontri uno di Lussino, stai certo che è un marinaio o, almeno, lo è stato». Inizia così, con una frase che riassume tutto lo spirito dell’uomo che l’ha scritta, «Arma e vai!», il racconto autobiografico che Agostino Straulino – il più grande velista italiano di tutti i tempi e quello che ha vinto di più nella storia della vela italiana – scrisse assieme a Renato Corsini, pubblicato per la prima volta quarant’anni fa dalle Edizioni Mediterranee. Adesso, in occasione della Barcolana e della mostra a lui dedicata («Straulino – La vela olimpica», al Museo del Mare di via Campo Marzio 5, fino al 10 gennaio, con orario da martedì a domenica 8.30-19), Comunicarte edizioni manda in libreria «Straulino signore del mare» (pagg. 171, s.i.p.), raffinato volume a cura di Tiziana Oselladore, con prefazione di Piero Ottone, che contiene non solo il testo di «Arma e vai», ma tutta una serie di altri contributi, documenti e fotografie inedite che fanno del libro una vera e propria «enciclopedia di Straulino», un invito a conoscere il mondo di mare e vento di questo grande protagonista della vela. Il libro è stato recentemente presentato dalla figlia di Straulino, Marzia, assieme a Tiziana Oselladore e Carlo Rolandi.

Il volume riassume l’epopea e le gesta di Agostino Straulino, nato Lussinpiccolo il 10 ottobre 1914, in mare già a sette anni con Sogliola, una piccola imbarcazione costruita per lui dal padre e dallo zio. A diciotto anni Straulino ha già la possibilità di vagabondare sulla Lanzarda, una passera di 8 metri, per tutta la Dalmazia, in compagnia del suo cane Mark. A vent’anni è all’Accademia di Livorno per frequentare il corso ufficiali di complemento e i cadetti e la possibilità di mettersi subito in mostra. Seguono nel 1938 la vittoria al Campionato Europeo a Kiel, e al Campionato Nazionale, sulla Star Polluce con Nico Rode come prodiere. Nel 1939 il titolo del Campionato Nazionale 6 m. SI. su VegaII con un equipaggio d’eccezione (oltre a Rode ci sono Luigi de Manincor, Licio Visintini, e Luigi Durand de la Penne). Poi la guerra, l’impiego nei gruppi Gamma della X Mas, nuotatori d’assalto addestrati a attaccare navi nemiche alla fonda fuori e dentro i porti. Dopo il 1943, il ritorno a casa a Lussino, la cattura e la prigionia sotrto i partigiani jugoslavi, la fuga, la cattura da parte dei tedeschi, una condanna a morte (viene riconosciuto da un ufficiale, un velista, un suo avversario a Kiel, che non può liberarlo ma lo manda ai lavori forzati salvandogli così la vita). Nuova fuga e rientro a Trieste, e quindi, dalla fine degli anni Quaranta in poi, la marcia trionfale: quattro volte campione del mondo e 10 volte Campione d’Europa della classe Star, con Nico Rode, (l’ultima con Carlo Rolandi), medaglia d’oro con Nico Rode alle Olimpiadi di Helsinki, medaglia d’argento alle Olimpiadi di Melbourne con Nico Rode. Senza contare la vittorie nei 6 m. S.I. e nei 5.50 m. S.I.

Come ufficiale di Marina l’avventura di Straulino non è meno movimentata: capitano di Fregata, conduce la nave scuola Corsario II fino a Los Angeles, passando per Panama, per la «Transpacific Race» una delle più lunghe regate del mondo di allora, Los Angeles-Honolulu, 2.225 miglia, primo partecipante nella storia dello yachting italiano. Nel 1965 è al comando della Nave Scuola Amerigo Vespucci: sarà una delle esperienze più belle della sua vita e le sue memorabili imprese hanno riempito le cronache dei giornali italiani e stranieri per tutta la durata della Campagna d’istruzione (più di 100 giorni). Negli anni ’70 inizia l’avventura con la One Ton Cup L’armatrice Marina Spaccarelli Bulgari gli affida Ydra, un 11 metri disegnato da Dick Carter, una barca di razza. Nel 1973 Straulino vince la One Ton Cup di Porto Cervo e l’allora prestigiosissima Giraglia. La conquista dell’One ton Cup non ferma l’attività agonistica di Straulino che continua a partecipare vincendo molte regate over 60, una fra tutte la Coppa Ammiraglio Acton di cui vince l’ultima edizione nel 2002. Due anni dopo si spegno all’Ospedale Celio di Roma.

Il libro «Straulino signore del mare» ricorda tutto questo, e di più. Oltre al suo racconto autobiografico ci sono il diario di bordo del Corsaro II, articoli, interviste, interventi di chi lo ha conosciuto, l’albo d’oro e tante fotografie, alcune spettacolari, quasi tutte inedite, che sono la testimonianza visiva di una grande epopea del mare.

E altre bellissime immagini di Straulino si trovano nel volume «Straulino – La vela olimpica», catalogo dell’omonima mostra pubblicato dall’Assessorato alla cultura e dai civici musei a cura sempre di Tiziana Oselladore con Sergio Dolce, Lorenzo Michelli e Marzia Vidulli Torlo.

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