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17 nov – Monfalcone: cerimonia ridotta e senza labari

A nove mesi di distanza, l’intitolazione all’Istria della nuova via che attraversa il parco dell’ex ospedale ha assunto ieri un senso compiuto. Lo ha fatto con l’inaugurazione del monumento dedicato alle vittime delle foibe, al centro di un aspro confronto da parte di alcune associazioni degli esuli per la frase dell’ex presidente Ciampi scelta dall’amministrazione comunale per corredare la targa commemorativa. Trovata una composizione della vertenza, anche se quasi fuori tempo massimo, la cerimonia organizzata dal Comune è scivolata via, sotto un cielo grigio e stillante di umidità, senza contestazioni evidenti ma anche senza grandi partecipazioni ed entusiasmi. Assenti, per protesta per il mancanto coinvolgimento del Consiglio, gli esponenti del Pdl, all’appuntamento hanno preso parte in forma in forma ridotta e senza labari sia il presidente Massimiliano Lacota dell’Unione degli Istriani, sia i rappresentanti della sezione monfalconese della Lega Nazionale. Solo Domenico de Castro, già presidente del Comitato 10 febbraio, si è poi schierato a fianco dei rappresentanti delle associazioni combattenstiche e d’arma tendendo tra le mani la bandiera dell’Istria.

Dei 24 consiglieri di Monfalcone, solo Giuliano Antonaci, originario di Pola, del Gruppo misto-Unione di centro, ha assistito ieri alla cerimonia, che ha visto presente pure il consigliere regionale della Lega Nord Federico Razzini. Pochi gli esuli, che a Monfalcone hanno trovato una seconda casa dopo l’esodo e che le scelte dell’amministrazione Pizzolitto sembrano dividere. Anche perchè il monumento, due pietre carsiche poste in mezzo all’erba, è stato inaugurato con la targa, in plexiglass, coperta in buona parte da una striscia adesiva nera per ”cancellare” la contestata frase di Ciampi.

«Invece di una targa in memoria ci ritroviamo con una targa listata a lutto», ha osservato Adriana Fabris, che ha lasciato Pola nel 1947 a bordo del ”Toscana”, approdando subito a Monfalcone assieme alla sua famiglia. «A questo punto, era uno sfregio minore non posizionare niente – ha aggiunto -. Certe cose, d’altra parte, o si fanno con il cuore o è meglio non farle proprio». Altri hanno apprezzato il segno tangibile di una vicenda a lungo ingoiata dal silenzio. «È un ricordo, era giusto farlo dopo tanti anni e va bene così – ha detto ieri un’esule originaria di Montona, arrivata a Monfalcone all’inizio degli anni ’60 -. È una cosa piccolina, ma qualcosa c’è».

Nella cerimonia sono stati coinvolti anche dei ragazzi e delle ragazze della scuola media Randaccio, che hanno letto prima la poesia di Tagore ”Sulla riva dei mondi” e poi le loro riflessioni. Il monumento è stato benedetto dal parroco di largo Isonzo, don Bruno Sandrin, che ha invitato a pregare per chi ha sofferto e soffre a causa di odii, guerre e ingiustizie, a ricordare, ma anche ad aprire il cuore alla speranza e alla condivisione. Dal cippo, dove ieri la vicesindaco ha posato un mazzo di fiori, sono state fatte logicamente sparire le due targhe ”irregolari” poste da ignoti all’inizio del mese.

Laura Blasich su Il Piccolo del 17 novembre 2009

 

Foto 1 – Il monumento contestato

Foto 2 – La targa "oscurata"

Foto 3 – Un momento della cerimonia

Foto 4 – I ragazzi delle scuole osservano il monumento appena inaugurato

(foto Il Piccolo)

 

 

 

 

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