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07nov12 – Zagabria stoppa il rilancio di Brioni

Il clima tra l’Istria e Zagabria si arroventa. Dopo gli attriti sul contestato progetto della centrale elettrica a carbone Fianona 3, per il quale l’assemblea regionale chiede ufficialmente l’indizione di un referendum che il governo centrale non concederà mai, si apre un nuovo fronte di guerra. Il campo di battaglia sono le aree su cui realizzare il progetto Brioni Riviera in attesa di decollo da più di dieci anni.

 

L’obiettivo è rilanciare il turismo d’elite nella “bassa” Istria con investimenti di 270 milioni di euro e 500 nuovi posti di lavoro. Ma Zagabria, clamorosamente, ha detto “niet”. E l’ha fatto confermando lo status di bene culturale per le zone di Monumenti e Santa Caterina nel porto di Pola e per l’ex Idrobase di Pontisella. Traduzione pratica: i relativi progetti di sviluppo vengono notevolmente ridimensionati, anzi castrati.

La Croazia, nella vicenda, ha cambiato le carte in tavola a partita già iniziata: l’imprenditore Danko Koncar, infatti, ha vinto il concorso internazionale per la concessione di 50 anni a Monumenti e Santa Caterina. Nel concorso non c’erano vincoli sottoforma di beni culturali da tutelare. Koncar ha già speso un mucchio di soldi per l’elaborazione del progetto che prevede la costruzione di un albergo a 4 o 5 stelle con 180 posti letto e due porticcioli nautici di cui uno all’asciutto. Il valore dell’investimento ammonta a 45 milioni di euro.

 

La mossa del governo ha sicuramente spiazzato e raffreddato gli entusiasmi di Koncar che a questo punto avrebbe tutte le carte in regola per portare la Croazia in tribunale visto che la Croazia stessa, a fronte di un concorso regolare, ha unilateralmente cambiato le regole del gioco. Il paradosso nel paradosso è che nelle aree citate non ci sono beni culturali ma solo vecchie strutture militari abbandonate da oltre vent’anni e ormai preda del degrado. Dell’Idrobase di Pontisella costruita sotto l’Italia non rimangono che pochi muri esterni e da più di sessant’anni nessuno si è degnato di fare pulizia.

 

Non solo: è opinione generale che mai Zagabria spenderà un euro per tutelare quelli che considera beni culturali. Il sindaco di Pola Boris Miletic si dice profondamente amareggiato: «Non riesco a capire il motivo per il quale qualcuno a Zagabria trovi gusto a chiudere la porta agli investimenti e all’apertura di posti di lavoro». Stando a varie opinioni, ancora una volta, la Croazia si è dimostrata paese non sicuro per i grossi investimenti per cui il capitale preferisce imboccare altre strade.

 

(fonte “Il Piccolo” 5 novembre 2012)

 

 

 

Istria, l’area di Monumenti e Santa Caterina dichiarata bene culturale da Zagabria e dunque interdetta ad interventi di riconversione (foto www.ipress.hr)

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