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Slovenia, fermo no ai tagli dei fondi per le etnie – 21ott13

Ferma opposizione della Commissione per le nazionalità del Parlamento di Lubiana al taglio dei mezzi previsti dal bilancio nazionale per gli italiani e gli ungheresi che vivono in Slovenia. Durante la riunione di ieri, l’organismo ha preso in visione l’assestamento dei conti statali per il 2014 e il bilancio di previsione per il 2015.

Il governo nelle sue proposte prevede per il prossimo anno un decurtamento del 7,5 per cento dei mezzi a disposizione dell’Ufficio delle nazionalità. Scende di un punto percentuale il sostegno alle attività culturali, non si parla di contributi per la base economica, mentre non vi sono penalizzazioni per il comparto scuola.

Ai deputati non è stata presentata la specifica dei tagli che si intende apportare alle singole voci, poiché come detto da Tamara Vonta, segretario di Stato e responsabile dell’Ufficio per le nazionalità, ciò sarà possibile soltanto dopo l’approvazione della manovra finanziaria. I rappresentanti delle Comunità nazionali hanno espresso unanime preoccupazione per il trattamento previsto dall’Esecutivo di Alenka Bratušek.

Hanno lamentato ancora una volta di essere stati esclusi dalla fase preparatoria dei bilanci e di non aver sentito motivazioni per la riduzione delle sovvenzioni, che rischia di colpire pesantemente il funzionamento delle istituzioni e i programmi di lavoro. In particolare, come sottolineato da Alberto Scheriani, presidente della Comunità autogestita della nazionalità costiera (CAN), sarebbe grave se dovessero essere colpiti, come sembra, i programmi radiotelevisivi.

Ha fatto presente le pressioni sui mezzi minoritari e i rischi rappresentati dalla tassa sugli immobili e dall’aumento dell’IVA. Il presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, ha rilevato che gran parte dei connazionali lavora nel pubblico impiego e sono pertanto già colpiti dalla crisi. I tagli alle attività minoritarie li penalizzeranno ancora una volta. Inoltre, le voci di bilancio della CNI erano rimaste congelate per almeno otto anni e, a causa dell’inflazione, avevano già perso valore reale. Ha posto l’accento ancora sugli investimenti bloccati e molto urgenti a favore degli asili di Pirano e Capodistria, per la scuola di Semedella e per il ginnasio capodistriano, esprimendo la speranza che si sblocchino almeno nel 2015.

Pur comprendendo il difficile momento finanziario della Slovenia, Tremul ha auspicato che i mezzi dello Stato per gli italiani e gli ungheresi non siano inferiori a quelli erogati nel 2013. Nella sua replica il segretario di Stato Vonta non ha usato mezzi termini per accusare di scarsa collaborazione le due comunità nazionali.

Ha difeso l’operato del proprio ufficio, che avrebbe contenuto i tagli previsti (una prima bozza parlava del 16 per cento in meno) e del suo impegno per suddividere equamente le riduzioni. Queste, sempre a suo avviso, non sarebbero drammatiche. Le organizzazioni minoritarie, invece, resterebbero ancorate a programmi di lavoro superati, da ottimizzare per cercare risorse interne e sarebbero da valutare anche i mezzi per le istituzioni comuni della CNI.

Il deputato italiano Roberto Battelli le ha risposto che il governo ha nuovamente violato la legge sulle Comunità autogestite della nazionalità, che richiede esplicitamente la collaborazione delle minoranze alla stesura degli atti che le riguardano. Nel caso la revisione dei programmi di lavoro e delle analisi sulle attività svolte fosse stata richiesta, i dati sarebbero stati certamente forniti. Ma cosi non è stato.

Il parlamentare ha ricordato ancora come il precedente Esecutivo avesse mantenuto la promessa di non far pesare la crisi sulle minoranze. Gli esponenti della CNI hanno specificato ancora che “danni alle attività e al funzionamento delle istituzioni saranno inevitabili. Non saranno forse drammatici agli occhi del governo, ma qualcuno dovrà assumersi la responsabilità per la soppressione di un programma televisivo o di qualche evento”, ha aggiunto Tremul, esprimendo massima disponibilità a discutere dei programmi di lavoro. Quanto poi sia inopportuno colpire le attività delle Comunità nazionali ha ricordato Ljudmila Novak di Nuova Slovenia.

Dall’alto della sua esperienza da ex ministro per gli Sloveni nel mondo, ha confermato quanto sia difficile far riprendere un’iniziativa sospesa in seno alle etnie. Al termine la Commissione per le nazionalità ha proposto emendamenti che reintegrano 366 mila euro nel bilancio del 2014 e altri 440 mila per l’anno successivo. Considerata la ferma opposizione dei deputati di Slovenia positiva (partito della premier Bratušek), la speranza che le modifiche siano sostenute anche in seduta plenaria sono quasi nulle.

Un altro confronto molto vivace si è sviluppato tra la CNI e il ministero degli Interni sulla legge che modificherebbe le evidenze elettorali. Seguendo una sentenza della Corte costituzionale, risalente però al 1998, l’Esecutivo desidera stabilire i criteri per l’iscrizione agli elenchi elettorali particolari delle Comunità nazionali. La stesura dei documenti sarebbe sempre di competenza delle commissioni nominate dalle CAN, ma sarebbero specificate meglio le condizioni da soddisfare.

Per Battelli la proposta è assolutamente inaccettabile, poiché esige da chi vuole iscriversi agli elenchi elettorali una dichiarazione di appartenenza nazionale, inopportuna e non prevista dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali. Ciò non avviene nemmeno nei Paesi vicini. Si crea un precedente pericoloso, è stato fatto presente ancora al governo, poiché possono essere messi in discussione tutti i diritti minoritari, compreso quello ai seggi specifici a vari livelli. La Commissione ha pertanto incaricato il ministero degli Interni di rivedere la norma proposta ma, nonostante ciò, dalle parole dei suoi funzionari è apparso chiaro che la coalizione di maggioranza insisterà sulla formulazione già presentata alla Camera.

(fonte “la Voce del Popolo” 19 ottobre 2013)

 

 

 

Il deputato italiano al Parlamento di Lubiana Roberto Battelli (foto www.lajmifundit.al)

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