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Slovenia-Croazia: problemi sull’accordo di confine (Il Piccolo 25 ott)

LUBIANA Dall'annuncio dei premier sloveno e croato, Borut Pahor e Jadranka Kosor, sulla firma imminente dell'accordo arbitrale per risolvere il contenzioso confinario è passato più di un mese, ma non se n'è fatto ancora niente. Anzi, l'intesa sul ricorso a una commissione arbitrale internazionale sembra ogni giorno piu' lontana. Domani Pahor sarà a Zagabria per un nuovo incontro con l'omologa croata per tentare di convincerla ad accelerare l'inter necessario per arrivare alla firma del documento (il Parlamento croato non ne ha ancora discusso) ma anche per proporle di rendere pubblica l'intesa. Sarebbe un modo, è convinto Pahor, per tappare la bocca ai sempre più numerosi oppositori e per evitare che si continui a parlarne di sproposito. La sua proposta, comunque, non sembra essere stata accolta con particolare entusiasmo da Zagabria. A Lubiana, Pahor è ormai da settimane oggetto di attacchi dell'opposizione, ma anche di numerosi esperti di diritto internazionale. La Slovenia ha tolto il veto alle trattative di adesione della Croazia all'Unione europea, sostengono gli avversari del premier, ma in cambio non ha ottenuto praticamente nulla. Lo stesso testo dell'accordo arbitrale, peraltro già approvato dal Comitato esteri del Parlamento sloveno, ma non ancora discusso e approvato dal Sabor croato, non darebbe alcuna garanzia che Lubiana riuscirà, alla fine, a tutelare i propri interessi. Per l'opposizione, che ha già invitato Pahor a non firmare il documento, nel testo dell'accordo arbitrale manca un riferimento esplicito al principio «ex aequo et bono» per cui si prendono in considerazione, nella soluzione del contenzioso, più la storia ed altri elementi extragiuridici che non il diritto internazionale) e non e' sufficientemente tutelato il diritto della Slovenia a un collegamento tra le acque territoriali slovene e il mare aperto. Il premier ha finora respinto tutti gli attacchi. Se Zagabria non ha dato ancora luce verde alla firma, ha spiegato Pahor rivolgendosi ai delegati della Conferenza del Partito socialdemocratico riuniti a Postumia, è proprio perché nell'accordo non c'è alcun regalo a Zagabria.

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