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Segna: iniziano i collaudi del megaimpianto eolico (Il Piccolo 21 mar)

FIUME Il più grande parco eolico apprestato finora sulla sponda orientale adriatica (ma anche nel Sudest Europa) ha cominciato in questi giorni il suo ciclo di collaudo. Si tratta della centrale da 42 megawatt di potenza installata costruita dalla tedesca "Wallenborn GmbH & Co.Kg" in località Vrataruša, sulle falde pedemontane del Monte Velebit, sovrastanti la cittadina di Segna (Senj), ”culla della bora”.

Sia pure con largo margine di ritardo sulle scadenze inizialmente previste, al parco eolico si è finalmente dato avvio alla fase di collaudo delle strutture, destinata a protrarsi fino a maggio inoltrato. Una volta ottenute le certificazioni richieste dalle attuali normative di legge, l’impianto potrà entrare in funzione a pieno regime probabilmente nella prima metà di giugno. Nell’arco di un anno alimenterà la rete distributiva con 125 milioni di chilovattora, sufficienti a sopperire al fabbisogno energetico di circa 120mila abitanti. Il Parco eolico di Segna – per la cui realizzazione l’investitore tedesco si è avvalso dell’appoggio in loco della rovignese ”Valalta” – consiste per il momento in una batteria di 14 turbine, allineate sulle alture sopra Segna e sistemate su piloni di un’ottantina di metri, che reggono eliche tripala del diametro di 45 metri. I piloni sono distribuiti su un’area pedemontana pressochè disabitata, per cui l’effetto acustico del vorticare delle turbine non dovrebbe dare noia ad alcuno. Un’area peraltro estremamente ventosa, come del resto avevano confermato i monitoraggi effettuati prima di dare mano al progetto. Per cui la ”forza motrice” non dovrebbe mancare.

Al riguardo va pure notato che proprio durante il maltempo dei giorni scorsi le strutture del Parco eolico di Segna hanno superato senza conseguenze una verifica estremamente probante: all’incirca una decina di miglia più a Ovest, in linea d’aria verso Fiume, gli anemometri sul ponte che unisce l’Isola di Veglia alla terraferma hanno registrato raffiche di bora intorno ai 200 km orari. Pure se sottoposte a un test del genere, le strutture del Parco – come sottolineano compiaciuti i rappresentanti della ”Wallenborn” – hanno retto bene e le turbine della danese ”Vestas” si sono dimostrate affidabili anche in condizioni estreme. La centrale eolica in località Vrataruša (dove è stato necessario interrare una rete di 22 km di cavi elettrici e costruire le strade di accesso o riprofilare quelle esistenti) ha comportato stanziamenti per circa 62 milioni di euro, ossia 5 in più rispetto al preventivo iniziale. Uno sforamento dovuto sia ai tempi lunghi della burocrazia che alle avverse condizioni meteo nell’arco invernale 2008/2009. La corrente prodotta dal Parco eolico di Vratarusa dovrebbe immettere annualmente nelle casse municipali di Segna circa 1,75 milioni di kune (sui 240mila euro) per un arco previsto di 25 anni.

Non si sa invece ancora a quanto ammonterà il guadagno della Hep, ossia l'Ente elettroenergetico di Stato, che sicuramente avrà il suo tornaconto. Da ”Wallenborn“ si sottolinea inoltre come il Parco eolico sulle pendici del Velebit (Alpi Bebie) sia il primo progetto del genere realizzato sulla base della nuova normativa croata in materia di fonti alternative (proprio la mancanza di una legge al riguardo aveva ”frenato“ la dirimpettaia centrale eolica di Pago e quella di Sebenico). Da aggiungere, infine, che nella stessa zona alle spalle Segna in una fase successiva alle attuali 14 turbine se ne aggiungeranno delle altre, con le quali la potenza complessivamente installata salirà a una sessantina di megawatt. (f.r.)

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