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Salvore: commemorate le vittime del ”San Marco” (Voce del Popolo 10 set)

SALVORE – La doppia commemorazione per le vittime civili del piroscafo di linea “San Marco”, bombardato il 9 settembre 1944, si è tenuta ieri prima a Porto Salvore, davanti al piccolo monumento che ricorda quel tragico avvenimento, e poi col piroscafo “Esky” in mare, sul posto del bombardamento, dove il sindaco, Vili Bassanese, ha fatto scendere in mare una corona di fiori. Presenti le autorità cittadine, i rappresentanti della locale Comunità degli Italiani e del Comitato locale. Breve ma significativo il discorso del sindaco, che ha parlato di una tragedia assurda e inspiegabile, visto che si trattava di un piroscafo di linea.

Impostato nel 1910 sugli scali del Cantiere navale triestino di Monfalcone per conto della Società di Navigazione Istria-Trieste, il “San Marco” era relativamente grande, con una stazza di 276 tonnellate lorde. Era uno dei pochi che non era stato requisito dalla R. Marina, continuando il suo servizio, intensificandolo, anzi, per sopperire ai vuoti lasciati dai confratelli passati in forza nella marina militare. Nel 1944 faceva la spola tra Trieste, Isola, Pirano, Portorose, Salvore e Umago, dove pernottava per rifare poi il viaggio in senso inverso, il mattino seguente.

Il 9 settembre del 1944, un sabato, il “San Marco”, al comando del capitano Millo Rassevi, lasciava come di consueto il porto di Umago diretto a Trieste. Erano le ore 6,30 e la giornata, ventilata da un po’ di bora, si preannunciava limpida e serena. Nulla lasciava presagire la tragedia che stava per abbattersi sui tanti passeggeri imbarcati tra cassette di pesce e ceste delle derrate agricole destinate come sempre al mercato triestino. Si trovavano a bordo anche una trentina di soldati tedeschi, per lo più della stazione di avvistamento radar di Petrovia, comandata dal capitano Fuchs, e un gruppo di giovani di leva della FLAK diretti ad Udine per un corso di avvistamento aereo. Non passava giorno, per la verità, che non si vedessero degli aerei americani e inglesi solcare la zona ad alta quota e, infatti, anche quella mattina era passata a poppavia del piroscafo una formazione di una decina di aerei che sembrava diretta nell’interno, e invece… In pochi minuti fu il massacro. Il comandante, dopo le prime bombe che centrarono il fumaiolo, arenò la nave sugli scogli appena dietro Punta Salvore. Morirono nel mitragliamento dei superstiti moltissime persone, donne e bambini.

Il “San Marco” fece così la fine di altre navi nel Golfo di Trieste, come il “Duilio”, il “Giulio Cesare”, il “Sabaudia”, il transatlantico “Rex”, nastro azzurro della flotta mercantile, diventando la tomba di tantissimi civili innocenti.

Franco Sodomaco

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