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Collaborazione italo-croata all’incontro del 15 (Voce del Popolo 10 set)

ROMA – Rafforzare la collaborazione tra Italia e Croazia in alcuni settori strategici dall’energia ai trasporti, dall’ambiente al turismo, dai porti all’agricoltura, dalla ricerca scientifica alla cultura, nel quadro di una prospettiva europea, in vista del prossimo ingresso della Croazia nell’Europa comunitaria. È questo l’obiettivo della missione del ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, a Zagabria il 15 settembre, in occasione della seduta della Commissione mista Italo-Croata.

PACE E SVILUPPO L’Italia – rileva in una nota la Farnesina – considera la prospettiva europea dei Balcani Occidentali l’unico strumento in grado di assicurare stabilità, pace e sviluppo, fornendo risposte credibili e concrete ai problemi dell’area. La Croazia è vicinissima al traguardo e il suo ingresso nell’UE contribuirà a rafforzare la cooperazione regionale, favorendo il superamento delle numerose questioni bilaterali ancora presenti nell’area in uno spirito europeo.

ECCELLENTI LE RELAZIONI BILATERALI Le relazioni bilaterali sono eccellenti. L’Italia rimane il primo partner commerciale della Croazia, anche se la crisi economica ha ridotto il valore dell’interscambio. Il Comitato dei ministri del 15 settembre servirà anche a sviluppare nuovi progetti, come ad esempio nel settore dell’energia – gas, petrolio e rinnovabili – nel settore ferroviario, in quello portuale e in quello delle piccole e medie imprese. Alla riunione del Comitato dei ministri, oltre a Frattini, interverranno pure da parte italiana, il ministro dell’Agricoltura, Giancarlo Galan, il viceministro ai Trasporti e infrastrutture, Roberto Castelli, e il viceministro allo Sviluppo economico, Adolfo Urso.

BENI NAZIONALIZZATI A Zagabria mercoledì prossimo, però, non si parlerà soltanto della collaborazione bilaterale e del cammino della Croazia verso l’Europa, ma anche del nodo dei beni nazionalizzati e confiscati. L’argomento, secondo fonti di stampa, dovrebbe essere affrontato dal titolare della Farnesina, Franco Frattini, con l’omologo croato Gordan Jandroković. In primo piano ovviamente dovrebbe esserci la ben nota sentenza della Corte suprema croata, la quale il mese scorso si è pronunciata in favore dell’estensione ai cittadini stranieri dei benefici della Legge sul risarcimento dei beni sottratti all’epoca del regime comunista jugoslavo.

CASI NON COPERTI DAI TRATTATI La sentenza, riconoscendo la parità di trattamento tra cittadini croati e stranieri, costituisce un passo importante anche se limitato a categorie ben definite di potenziali beneficiari, ovvero ai casi non coperti dai trattati. Il governo di Roma sta ora esaminando attentamente il dispositivo della sentenza. Si punta anche a stilare una lista delle domande di cittadini italiani presentate finora alle autorità croate per riavere i beni confiscati o nazionalizzati. In senso lato si tratta di chiarire se esistano effettivamente casi che non rientrino nell’ambito dei trattati internazionali firmati finora.

STAVOLTA POSSIBILI RISULTATI CONCRETI La riunione del 15 settembre a Zagabria potrebbe rivelarsi, inoltre, un’occasione utile per ottenere indicazioni sulle vie che la Croazia intende percorrere per operazionalizzare la sentenza. Il problema della denazionalizzazione non riguarda soltanto i cittadini italiani, ma anche quelli di tanti altri Paesi occidentali. Inserita quindi in un contesto europeo, la sentenza della Corte suprema (che segue la falsariga dello storico verdetto della Corte costituzionale del 1999) potrebbe portare davvero stavolta a risultati concreti, anche se al momento siamo ben lontani da una conclusione della vicenda.

Dario Saftich

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