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Romoli: la sfida è abbattere i confini nella testa dei cittadini (Il Piccolo 14 nov)

GORIZIA. «È mio dovere abbattere la politica fatta di muri. Sento molto questo peso. I destini di Gorizia e Nova Gorica sono ormai comuni: si trovano in un’area che si è ormai unificata. Non bisogna fare però passi eccessivi, perché i muri ci sono ancora. Non è possibile che improvvisamente cambi tutto. Il processo c’è. È avviato ed è celere. Ma non si può fare finta che sia già tutto caduto». Sollecitato dalle domande di Livio Semolic, presidente del Skgz, il sindaco Ettore Romoli lo ha affermato nel corso del primo degli incontro organizzati al Kb Center dall’Unione economico-culturale slovena di Gorizia.

Un contributo a superare le barriere mentali potrebbe arrivare dai progetti europei Gect (Gruppo europeo di cooperazione territoriale). Quello tra le due città gemelle e San Pietro presentato nei giorni scorsi all’Ocse attraverso Informest sarebbe il primo progetto internazionale del genere e, a detta del primo cittadino, potrebbe contribuire a «cambiare qualcosa nei rapporti transfrontalieri e trasnazionali». «Sarebbe il grimaldello per superare tanti problemi, ma avrebbe anche un grande significato politico. Potrebbe essere utile a candidarci a capitale dell’Euroregione. Questo però è un sogno, un sogno che purtroppo nasce non dalla nostra forza, ma dalla nostra debolezza. Nasce dal principio secondo cui non diamo fastidio a nessuna delle grandi città dell’area in questione».

Nell’esprimere il suo pensiero, il sindaco si è soffermato anche sul limitato peso politico di Gorizia: «La nostra pochezza politica è data dai numeri. Non sempre siamo riusciti a imporci. Spesso abbiamo dovuto subire. Penso alla Gorizia-Lubiana e alla Gorizia-Villesse. Quando mi nominarono assessore regionale alle Finanze, mi dissero che non si potevano sbloccare i fondi per la Gorizia-Lubiana fino a che non fosse stata prima terminata la Trieste-Lubiana. Neppure la Gorizia-Villesse si voleva realizzare. Oggi però posso dire che uno di questi progetti è realtà e che l’altro lo sarà entro tre anni».

Nel corso della conversazione con Semolic, sono stati toccati diversi argomenti. A livello economico Romoli ha ricordato che «a Gorizia c’è troppo di tutto, ma mancano gli imprenditori». Un’analisi certo cinica, ma lontana dalla polemica. «Ci sono realtà sovradimensionate per ragioni storiche come quelle del commercio, o della distribuzione di carburanti, ma dobbiamo avere il coraggio di dirci in faccia che manca lo spirito imprenditoriale. Il massimo che si riesce a fare è aprire un bar. Questo è il frutto di un assistenzialismo sfrenato. Un atteggiamento che non troviamo dopo lo Iudrio, dove non c’è mai stata la Zona franca. Se escludiamo l’industria ci restano quindi da sviluppare commercio, turismo, cultura, scienza e internalizzazione. Tutte cose su cui è facilissimo parlare, ma che sono difficili da sviluppare e realizzare»

Il prossimo incontro sarà giovedì 26 con il sindaco di Nova Gorica Mirko Brulc.

Stefano Bizzi

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