ZAGABRIA Troppo pesanti i tagli del 30% (vista la crisi) dell’Italia alle casse dell’Unione italiana. «Molte delle nostre attività sono a rischio – hanno ribadito il presidente dell’Unione italiana (e deputato istriano della minoranza al Sab) Furio Radin e il presidente della giunta esecutiva Maurizio Tremul al vice ministro alle attività economiche Adolfo Urso –. Se in Croazia e soprattutto sulla costa si continua a parlare italiano è perché la nostra gente ha mantenuto la cultura italiana pur essendo una comunità di 30 mila persone». I fondi di Roma ammontavano a 4,6 milioni di euro e sono stati ridotti a 3 e accanto c’è soltanto un altro finanziamento (per le attività odinarie) di 2 milioni a cui il Friuli Venezia Giulia ne aggiunge uno solo. Sei in totale in quest’ultima legislatura, l’Unione italiana ha fatto di necessità virtù e ha dovuto andare avanti, ma ora si rischia uno stop. Tremul con Radin lo hanno detto a Urso che hanno incontrato ieri pomeriggio nella residenza dell’ambasciatore italiano a Zagabria portandosi dietro la stessa direttrice amministrativa dei servizi dell’Unione Orietta Marot, e lo stesso Radin lo dirà pure al presidente della Camera Fini nei prossimi giorni. «Farò parte della delegazione guidata del presidente del Sabor, Bebic che incontrerà Fini a Roma lunedì prossimo» conferma Radin. Un vertice a Roma tra Croazia e Italia che conferma la svolta definitiva nei buoni rapporti tra i due stati. (g.g.)