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Onorificenza a Ravignani dai serbo ortodossi (Il Piccolo 23 feb)

In centinaia ieri hanno raggiunto la chiesa serbo ortodossa via San Spiridione per partecipare alla messa solenne in occasione di San Simeone, il patrono delle Sorelle serbe. In numerosi hanno voluto assistere alla cerimonia officiata dal metropolita Jovan e da padre Rasko Radovic. Tante le giovani coppie e i bambini che, magari solo per una preghiera, hanno ugualmente voluto presenziare almeno per qualche minuto, magari solo per accendere un cero. Un evidente attaccamento alle proprie tradizioni e alla propria religione, palpabile al momento della liturgia finale quando avviene la benedizione del pane. Si tratta di una delle cerimonia più importanti per la comunità serbo ortodossa. Per questo il metropolita Jovan, la carica più alta per i serbi d’Italia, Slovenia e Croazia, è giunto a Trieste. Una ricorrenza che quest'anno ha un significato ancora più profondo. Per la prima volta, infatti, in occasione del santo patrono delle Sorelle serbe, il metropolita ha voluto consegnare un'onorificenza al vescovo Eugenio Ravignani.

Segno che consolida quanto già avviato da tempo dalle due comunità, ovvero una proficua collaborazione nel nome della pace e della convivenza, un dialogo ecumenico che in città ha radici profonde.

La consegna del riconoscimento è avvenuta al termine dalla funzione religiosa alla presenza del sindaco Dipiazza, del console generale di Serbia nel capoluogo giuliano, del sacerdote greco ortodosso e del parroco serbo ortodosso di Capodistria. «Il vescovo Ravignani – ha spiegato il metropolita Jovan – è sempre stato vicino e aperto nei confronti della nostra comunità. Per questo motivo ho ritenuto doveroso dimostrargli tutta la nostra stima e il nostro affetto, con un'azione concreta».

A confermare la grande intesa tra le due comunità anche padre Radovic che da anni a Trieste, assieme alla comunità cattolica, prosegue in un cammino di avvicinamento tra le confessioni. «Ravignani – ha aggiunto Radovic – ci è stato vicino nei momenti più difficili. Soprattutto durante e subito dopo la guerra nell'ex Jugoslavia, che inevitabilmente ha messo a dura prova anche la nostra chiesa. Qui a Trieste abbiamo sempre potuto contare sulla comunità cattolica, e queste sono cose che non dobbiamo dimenticare». «Riteniamo sia un gesto giusto e profondo – commenta una rappresentante delle Sorelle Serbe, Bianca D'Antonio Petrovic – anche perché il vescovo Ravignani è sempre stato molto vicino anche alla nostra realtà».

Le Sorelle Serbe sono state in passato attive soprattutto nelle zone di guerra, ma solo nel 1997 si sono riunite ufficialmente in un'Associazione che ha sede a Trieste. «Solo a Trieste – continua – siamo circa centosettanta, ma siamo presenti anche in altre città d'Italia e in tutta la diocesi che comprende Slovenia e Croazia. Ci occupiamo dei più bisognosi con raccolte di fondi e beni di prima necessità che poi procuriamo di inviare soprattutto in quelle zone della ex Jugoslavia che hanno più bisogno». (s.s.)

 

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