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Numeri in grigioverde (Il Piccolo 08 apr)

LETTERE

Ho apprezzato l’articolo di Fulvio Senardi del 28 marzo sulla 1° guerra mondiale del quale condivido l’impostazione e la conclusione, tuttavia mi si permetta di fare alcune osservazioni in merito. Il Senardi cita Todero dicendo che «più di 1700 giuliani, istriani e dalmati disertarono ed espatriarono per vestire il grigioverde» ciò è inesatto in quanto all’epoca il termine «giuliani» ufficialmente non esisteva ma era usato soltanto da qualche irredentista tipo il Benussi, solo in seguito con questo neologismo si indicarono ufficialmente «goriziani, triestini, istriani e fiumani» cioè gli abitanti delle regioni rivendicate dall’irredentismo, pertanto dire «giuliani e istriani» non ha senso, non è che una ripetizione. Volendo poi parlare specificatamente di Trieste il Todero afferma invece che i volontari provenienti da Trieste durante la 1° guerra mondiale furono 1.047 dei quali molti non erano triestini bensì immigrati da altre regioni italiane e in pratica all’epoca stranieri, i cosiddetti regnicoli, che per obbligo di leva dovettero rimpatriare in Italia.

Non vengono stimati in più di 500 gli effettivi volontari triestini che disertando dall’esercito austriaco si arruolarono in quello italiano per motivi ideologici, non tanti se messi a confronto dei 50.000 triestini che servirono lealmente lo stato a cui all’epoca appartenevano.

Un’ultima ossevazione. Essendo stato coniato (inventato) alla fine dell’800 il termine «giuliani» e «Venezia Giulia» per ragioni meramente politiche, esso neppure oggi indica una popolazione ben definita. Perché non riprendere i nomi storici di friulani, istriani e triestini; comprendo che Trieste diverrebbe orfana del proprio nome regionale come del resto lo fu sempre non appartenendo né all’Istria né al Friuli ma essendo fin dal 1° secolo a.C. secondo il geografo greco Strabone «borgo carnico» e in seguito il «Comune di Trieste», proclamante la propria indipendenza delineata dai confini da Sistiana al Carso fin dal 1300. Infine per ben 2 volte nello scorso secolo sembrò dovesse diventare «Territorio di Trieste» come propose l’Austria nelle trattative per evitare l’intervento italiano nella Grande Guerra e come vollero gli indipendentisti triestini alla fine della seconda guerra mondiale.

L’idea di indipendentismo alla fine degli anni ’40 non fu cosa da poco in quanto la somma dei partiti triestini che in vario modo appoggiavano tale soluzione rappresentava circa 1/3 dell’elettorato.

Marco Sare

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