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Monfalcone: monumento alle foibe, sito più dignitoso (Il Piccolo 17 nov)

di LAURA BORSANI

La targa è stata scoperta: «Il Comune di Monfalcone in memoria delle Vittime delle Foibe». Il vicesindaco Silvia Altran, aiutata da un alunno, ha sollevato il Tricolore dalle due pietre carsiche nel giardino del nuovo Parco ”La Rocca”, in via dell’Istria. Oscurata la frase di Ciampi, le proteste sono state messe da parte. La Altran ha valorizzato il significato di una cerimonia che vuole «onorare i tanti esuli istriani costretti a lasciare le loro terre e le loro case», prendendo anche a prestito i concetti di Magris: «Per molti anni sono state ignorate le foibe. È giusto parlare di quei drammi, ricordarne le vittime, colpevoli di essere solo italiani, per superarli».

Ma la celebrazione è sembrata più il ”day after” di una tregua per la quale sono attese «le dovute riparazioni». Pretese, tanto da far osservare al presidente dell’Unione degli Istriani, Massimiliano Lacota: «Se non si provvederà a sistemare questo monumento con la dignità che merita, adiremo anche alle vie legali».

Imbarazzi e distinguo. Lacota ha definito la sua «presenza istituzionale e niente più, poichè nessuno dei trentadue labari e stemmi comunali dei Comuni in esilio che fanno capo all’Unione è presente, come avviene in tutte le solenni occasioni». Un atteggiamento condiviso dalla Lega Nazionale, la neonata sezione di Monfalcone presieduta da Marco Martinolli, che alla cerimonia ha deciso di partecipare in forma ridotta e senza labari, «anche per vegliare su questo momento». Con ciò prendendo le distanze dall’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, presieduta da Rodolfo Ziberna: «Sposiamo in toto la posizione del presidente Lacota – ha evidenziato Martinolli -. La Lega Nazionale sezione di Monfalcone, seppure piccola e appena costituita, ha la sua piena autonomia, riconosciuta a tutti gli effetti dal presidente Sardos. Nulla, pertanto, ha a che vedere con l’associazione del presidente Ziberna». Un modo chiaro per smarcarsi dalla posizione espressa dall’Anvgd di Gorizia, che ha volutamente invece disertato la cerimonia di ieri mattina.

E Lacota lo ha spiegato, a margine della celebrazione: «L’assenza di una rappresentanza dell’Anvgd e della Lega Nazionale di Gorizia alla cerimonia è una presa di posizione che capisco, ma che non riesco a giustificare, alla luce dell’accordo con l’amministrazione comunale che ha di fatto accettato completamente le richieste degli Esuli e delle famiglie coinvolte di Monfalcone che aderiscono all’Unione degli Istriani, di rimuovere definitivamente quella insultante frase del Presidente Ciampi, predisponendo una nuova insegna con un chiaro e inequivocabile omaggio alle nostre vittime, sottoposte ad una feroce e disumana pulizia etnica». Parole sottoscritte dalla Lega Nazionale di Monfalcone. E chiare le condizioni poste: «Quanto prima va aperto il tavolo di confronto per risolvere adeguatamente la situazione», ha ribadito Lacota.

Per l’Unione degli Istriani e la Lega Nazionale di Monfalcone significa rivendicare il giusto peso al ricordo delle vittime delle foibe: «Vogliamo un monumento decisamente più consono e dignitoso, spostato in centro al giardino, ora sacrificato in un angolo». Martinolli ha ribadito la proposta di «portare il monumento in centro città, vicino a quello dei Caduti». Condizioni anche per la targa: in bronzo, chiedono le associazioni, dotata di un testo condiviso. Lacota ha puntualizzato: «La vera inaugurazione per noi coinciderà con la collocazione della nuova targa e la sua inaugurazione in occasione del Giorno del Ricordo, il prossimo 10 febbraio, la data che lo Stato italiano, dopo 60 anni di vergognoso oblio, ha dedicato a coloro che furono barbaramente assassinati nelle Foibe».

Le associazioni accelerano. «Va subito aperto un tavolo con le realtà associative riconosciute a livello nazionale – ha fatto eco Martinolli -. È un processo che deve concludersi in tempi brevissimi, con i dovuti criteri e la dovuta condivisione. Su questo non intendiamo mollare». Da parte sua, il vicesindaco Silvia Altran ha osservato: «Abbiamo concordato che, prima di intervenire con i cambiamenti, ci incontreremo. Inviterò pertanto tutte le associazioni degli esuli a riunirsi attorno a un tavolo per esporre le proposte. Il desiderio resta quello di unire e lo spirito che sia evocato in questo momento è quello di un ricordo addolorato di quanto è accaduto, in modo che questa tragedia serva da monito, in particolare rivolgendosi ai giovani, per far capire loro cosa ha significato l’intolleranza razziale e ideologica».

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