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Il terrorista di Pola ai vertici di Prima Linea (milanoweb.com 16 nov)

"LA PRIMA LINEA" DELLE POLEMICHE
Riccardo Scamarcio e Giovanna Mezzogiorno nel nuovo film di Renato De Maria

Sergio Segio (nato a Pola, ma cresciuto nel milanese) e Susanna Ronconi (veneziana) sono due personaggi entrati tristemente nella storia contemporanea italiana, in quanto nomi di punta del gruppo terroristico di Prima Linea.

Meno conosciuto delle Brigate Rosse, quest’ultimo ha comunque contribuito a spargere terrore e sangue nei famosi ‘anni di piombo’. Qui ci viene raccontata la loro storia ‘politica’ e 'umana' attraverso i ricordi di Sergio Segio, che il 3 gennaio 1982 radunò alcuni ex ‘militanti’ per far evadere la sua fidanzata Susanna dal carcere di Rovigo.

“Il film di cui tutti hanno parlato, ma nessuno ha ancora visto”: così recita il cartellone pubblicitario de “La Prima Linea” di Renato De Maria, con protagonisti Riccardo Scamarcio e Giovanna Mezzogiorno, che ha suscitato "polemiche" ancora prima della sua uscita nelle sale. In realtà trattasi di dialettiche sterili, in quanto ci troviamo di fronte ad una pellicola assolutamente sobria che non mette in risalto le gesta dei terroristi, ma anzi mostra le loro debolezze e il loro lato oscuro (tanto che nelle varie scene domina il grigio).

Un progetto di qualità, che non a caso vede alla produzione Andrea Occhipinti insieme ai fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne.

Una menzione speciale va ai due interpreti, che sono riusciti ad entrare perfettamente non solo nella parte ma anche nel mood del film.

Noi di 'MilanoWeb' li abbiamo incontrati insieme al regista Renato De Maria e ai produttori, in occasione della presentazione milanese del film…

Come mai, secondo lei, scattano sempre delle polemiche quando vengono realizzati dei film che parlano di terrorismo?
Renato De Maria: “Le polemiche mi hanno accompagnato per ben due anni, mentre stavo realizzando il film e quindi ancora prima di essere visto. Questo succede perché probabilmente il terrorismo è ancora un tabù, eppure di libri su quel periodo ne sono stati scritti parecchi: forse la differenza è che il cinema racconta per immagini e quindi ha un impatto diverso, entra più facilmente nell’immaginario. La principale critica che mi è stata rivolta è stata quella di dare un messaggio negativo ai giovani, ma in realtà il quadro che emerge dei due terroristi non è per niente eroico. Non a caso Sergio Segio si è lamentato per questo.”

E’ stato difficile entrare nei panni di Sergio e Susanna?
Giovanna Mezzogiorno: “Dovendo interpretare un personaggio esistente, mi sembrava giusto conoscerla di persona e così sono andata da lei. Questo mi è servito molto per cercare di comprendere meglio quel muro trasparente che le terroriste pongono tra sé stesse e la sfera dei sentimenti, che loro isolano per una sorta di indottrinamento quasi militare. Renato mi ha fatto vedere anche un video realizzato da una regista belga che parlava proprio di queste donne e ne è emerso un quadro veramente agghiacciante.”
Riccardo Scamarcio: “Io sono partito da un filmato di Sergio Zavoli, in cui c’era un’intervista a Segio e mi ha colpito molto il suo modo di parlare, con una certa compressione nella voce. Quando ho avuto modo di incontrarlo a Milano, le mie impressioni sono state confermate: infatti mi sono trovato davanti un uomo imploso, ricurvo su sé stesso. E’ proprio su questa caratteristica che ho costruito il personaggio.”

Il film risulta molto cupo, anche a livello visivo. E’ dovuto ad una precisa scelta stilistica?
Renato De Maria: “Assolutamente si. Ho giocato molto sulle suggestioni, anche visive, per poter recuperare l’atmosfera dell’epoca. Ammetto che quando c’era il sole mi infastidiva un po’!”

Come sono entrati i fratelli Dardenne nel progetto?
Luc Dardenne: “Siamo amici di Andrea Occhipinti (che ha distribuito alcuni dei nostri film) e abbiamo avuto modo di leggere questa sceneggiatura, che ci è piaciuta subito per il suo modo di raccontare la storia di una sconfitta.”

 

 

 

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