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Mocnik replica a Spadaro (Il Piccolo 22 ago)

LETTERE

Le uscite dell'ex segretario del PDS contro il partito di raccolta della minoranza slovena non sono una novita', ma l'accusa di Stelio Spadaro alla Slovenska Skupnost (Unione Slovena) di rappresentare la destra nazionalista slovena necessita di una replica perché non e' vera ed e' un processo alle intenzioni.

Secondo Spadaro la SSk (US) sarebbe tale perché non avrebbe condannato le politiche del comunismo e del nazionalismo jugoslavi in Istria al tempo dell'esodo degli istriani e perché con "acrobatica impudenza" non avrebbe nemmeno nominato detto fenomeno. Ignoro donde egli tragga tali informazioni, vista l'assenza di simili comunicati stampa. A chi mi chiedeva un'opinione, ho detto che la visita dei tre Presidenti al Narodni Dom è un momento importante per la riconciliazione tra i nostri popoli, che dovrebbe seguire quanto in uso in Europa, com'è avvenuto per esempio tra Germania e Repubblica Ceca. Non negando l'importanza della visita alla targa che ricorda la tragica sorte della popolazione d'Istria e Dalmazia, tra cui molti italiani, ma anche sloveni e croati, come accertato dalla commissione governativa italo-slovena. I cui risultati lo Stato italiano si rifiuta di rendere ufficiali, come tace sull'esodo degli Sloveni e Croati d'Italia negli anni della pulizia etnica del fascismo nelle nuove province, con l'emigrazione di decine di migliaia verso Americhe e Regno di Jugoslavia. Nei libri di storia italiani di ciò non v'è traccia.

Le forze politiche nazionali non hanno poi mai confutato le false tesi nazionaliste che vogliono l'incendio del Narodni Dom provocato da nazionalisti slavi in esso barricati, quando nello stesso giorno del suo incendio venivano devastati dagli stessi gruppi irredentisti e fascisti studi di avvocati (tra cui quello in cui esercito), tipografie, negozi ed imprese sloveni, in un progetto strategico delineato da tempo.

Stelio Spadaro si limita a tacciare di nazionalismo destroide un partito alleato del suo, guastando buoni rapporti politici, sulla base di ciò che non si è detto e neppure pensato. Dimenticando forse che mentre la SSk (US) governava a Trieste con i partiti che hanno portato l'Italia nel mondo occidentale, egli era organico al Pci, che non ricordo aver condannato il partito comunista jugoslavo per i fatti ora ricordati, e non mi pare che egli si sia per questo dimesso dal Pci. Che poi come responsabile del partito nella transizione Pci-Pds abbia preso strade diverse è un fatto, ma ben successivo. Dare quindi lezioni al partito che mi onoro di dirigere su chi sarebbe non critico del comunismo-nazionalismo jugoslavo che avrebbe epurato l'Istria è bizzarro, quasi una "excusatio non petita".

Quanto poi all'opera dei sindaci Illy e Dipiazza per superare le divisioni ricordo che mentre il primo ha sistemato tabelle bilingui nei paesi del territorio comunale, ponendo il busto di Kosovel nel Giardino Pubblico, promuovendo eventi culturali che hanno portato l'attenzione sugli sloveni locali, il secondo ha tolto cartelli bilingui, facendo introdurre al presidente Tondo nel decreto attuativo della legge di tutela per gli sloveni sul bilinguismo visivo limiti ai diritti già esistenti, contro la legge. Per tacere di altre decisioni comunali. Non mi pare che i due sindaci si possano porre sullo stesso livello.

Visto infine lo spirito introdotto per opera del maestro Muti nel suo concerto e l'equibrio degli eventi connessi, era ben difficile opporvisi.

La Slovenska Skupnost (US) non è perciò un gruppuscolo di destroidi nazionalisti, perché chi ha patito il nazionalismo non può ragionevolmente essere nazionalista.

Peter Mocnik

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