Roma, 9 set. (Apcom) – Il ministero degli Interni ha deciso di istituire un "gruppo di lavoro misto" con la Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati al fine di individuare rapide soluzioni agli annosi problemi ancora irrisolti su 'Cittadinanza' e 'Anagrafe'. Questo l'esito dell'incontro preliminare di oggi tra il Prefetto Perla Stancari, Direttore per la cittadinanza e le minoranze presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero degli Interni e la FederEsuli, rappresentata dal vicepresidente Lucio Toth, Elio Ricciardi per i Dalmati nel Mondo e il Segretario nazionale dell'ANVGD Fabio Rocchi.
La questione dell'Anagrafe e più in generale di tutti i documenti tipo carta d'identità, patenti, tessere sanitarie è stata più volte portata all'attenzione delle istituzioni nazionali da parte delle organizzazioni degli Esuli, che denunciano numerosi 'errori tecnici' alla voce luogo di nascita, spesso indicato come in Slovenia o in Croazia, e non in Italia seppur in territori poi ceduti alla Jugoslavia. La legge 54/1989 garantisce che i Comuni, già appartenuti allo Stato italiano, vengano indicati con toponomastica italiana e senza indicazione del paese di attuale appartenenza. Servirebbe quindi un intervento che coordini il sistema informatico di tutte le amministrazioni statali e regionali.
Nel corso dell'incontro, la Federazione degli esuli ha avanzato la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana per i connazionali esuli e poi emigrati magari oltre oceano e per gli italiani nati – già prima della seconda guerra mondiale – in Jugoslavia, come per esempio a Spalato o a Sebenico.
"Sia la delegazione della FederEsuli che quella del Ministero – si legge nel comunicato della ANVGD – hanno convenuto che un dialogo costruttivo è l'unica strada percorribile per portare concretamente a compimento il faticoso lavoro in difesa dei diritti degli Esuli e più in generale dell'identità italiana nell'Adriatico orientale".
