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Lubiana, assalto al Parlamento (Il Piccolo 21 mag)

di FRANCO BABICH

LUBIANA La Slovenia è ancora sotto shock all’indomani delle manifestazioni studentesche sfociate in disordini di fronte al Parlamento. Quella che mercoledì pomeriggio doveva essere una protesta pacifica contro la proposta di legge che limita il lavoro giovanile – che in realtà penalizza più le agenzie di mediazione che non gli stessi studenti – è degenerata in atti di vandalismo: pietre, bottiglie, uova e altri oggetti sono stati lanciati contro il palazzo della Camera di stato. Protagonisti dell'accaduto alcune centinaia di giovani, una sparuta minoranza rispetto al corteo di oltre 10mila studenti arrivati da tutto il Paese, ma comunque sufficiente per provocare danni per alcune decine di migliaia di euro: una cinquantina le finestre divelte, distrutte le vetrate della principale porta d'ingresso del Parlamento.

Gli agenti delle forze dell'ordine, in tenuta antisommossa, hanno mantenuto il sangue freddo e non sono intervenuti con la violenza, ma alla fine sono state comunque fermate 31 persone, di cui 15 minorenni. Nove i feriti, tutti poliziotti, bersaglio anch'essi della sassaiola dei manifestanti, molti dei quali, nonostante gli appelli degli organizzatori del corteo – l'Organizzazione studentesca della Slovenia – erano ubriachi. La condanna di quanto accaduto e' unanime. «È stato un giorno nero della non cultura politica slovena» ha commentato il presidente della repubblica Danilo Türk. Per il capo dello Stato, non si è trattato solo di un atto vandalico, ma di qualcosa di peggio, di un episodio di autentica violenza politica. Nel Paese si sta creando un clima di tensione, ha ammonito Türk, che ha ribadito l'importanza di affrontare i problemi con il dialogo. A giudizio del premier Borut Pahor, la Slovenia non si merita comportamenti del genere da parte dei giovani.

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