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Urso rilancia investimenti italiani in Macedonia (Il Piccolo 21 mag)

di PIER PAOLO GAROFALO

TRIESTE «Con l’ultima tappa in Macedonia abbiamo completato in questa legislatura la visita di tutti gli Stati dei Balcani per incentivare gli investimenti e le attività delle nostre aziende e industrie. Le premesse perché gli sforzi siano premiati ci sono tutti». È fiducioso il vice ministro allo Sviluppo economico Adolfo Urso. Solo a Skopje, all’inizio della settimana, è riuscito a portare 51 imprese italiane, alcune del Triveneto, a confrontarsi con un centinaio di operatori locali. Un paio di settimane prima stesso ”film” a Pristina, la capitale del neoindipendente Kosovo.

Vice ministro, un’agenda intensa…

Sì questa era solo l’ultima tappa. L’obiettivo è di rilanciare gli investimenti italiani in Macedonia e ribadire la grande attenzione per l'intera regione dei Balcani che l'Italia considera un'area d’interesse prioritario e strategico. L'Italia vuole rafforzare e sviluppare la propria presenza economica nella regione e portare il suo export oltre i 10 miliardi di euro entro l'anno. Abbiamo fatto il punto globale di recente, alla Conferenza annuale tenutasi a Verona: incoraggiante.

Quale situazione ha trovato a Skopje?

Crediamo nella Macedonia, che in pochi anni ha fatto progressi straordinari sia nel campo delle riforme interne sia nel cammino verso l’integrazione nell'Unione europea e nella Nato. Quella recente è stata la mia terza visita a Skopje. Nel 2002 e 2003 avevo visitato la nostra base militare; la situazione era difficile, del tutto diversa e tutti gli sforzi erano diretti alla stabilizzazione del Paese. Oggi la situazione è molto cambiata: il Paese è impegnato con convinzione nel programma di riforme. Il sistema-Italia ha investito finora in Macedonia 60 milioni di euro ed è presente con un centinaio di imprese.

Quali Stati dei Balcani appaiono più interessanti per gli operatori italiani?

Direi tutta la fascia Sud, con l’Albania, il Kosovo, la Macedonia e la Serbia. Quest’ ultimo Paese, anche a causa degli strascichi della guerra inter-jugoslava, in precedenza era stato meno ”battuto” ma offre eccellenti opportunità.

Su quali settori devono puntare i nostri imprenditori per avere maggiori chance?

Quello dell’energia, a esempio: lo considero prioritario. E per un duplice interesse: perché siamo noi deficitari di energia, specie di quella ”pulita”, e per le indubbie potenzialità dell’area in tale campo. Poi ci sono i grandi lavori infrastrutturali e i trasporti, legati a Corridoio 8, dal Sud Italia al Mar Nero). Infine, ma non ultimo, l’ambiente.

Vi sono difficoltà, da parte di questi Paesi, che li rendono forse meno appetibili?

Beh costituiscono piccoli mercati se paragonati ad altre aree. Devono quindi assolutamente completare al meglio il processo d’integrazione regionale.

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