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La Sicilia – 091207 – Palma di Montechiaro: cambiate nome a Via Tito

Con una lettera al sindaco due studenti universitari chiedono che diventi via Foibe  

Palma di Montechiaro. Due giovani universitari palmesi che frequentano l'ateneo di Roma, sono intervenuti con una lettera al sindaco Rosario Gallo con la quale lo hanno invitato a eliminare dalla toponomastica comunale la via Tito per cambiarle la denominazione con quella di «via Vittime delle Foibe». Ad assumere questa iniziativa sono stati Vincenzo Cammalleri e Davide Mangiavillano i quali hanno anche sollevato la questione nel forum aperto sul sito ufficiale del comune e attraverso il quale sono venuti a conoscenza che il 20 marzo del 1981, con deliberazione n. 76, il consiglio comunale decise di dedicare una via all'ex dittatore jugoslavo con la motivazione che il maresciallo Tito fu uno dei protagonisti europei della resistenza contro il nazismo, esponente di primo piano della politica internazionale e fondatore del movimento dei non allineati.
«Siamo consapevoli della notevole importanza nella scena politica internazionale del maresciallo Tito – hanno scritto i due giovani universitari – ma vorremmo anche ricordare le altrettanto degne note di nefandezze di cui il maresciallo si macchiò durante la sua carriera politica. Molti storici considerano infatti la responsabilità di Tito determinante per il massacro di Bleiburg, così come per le uccisioni di circa 12 mila ex miliziani anticomunisti sloveni e per i massacri delle Foibe nelle regioni a ridosso del confine italo-jugoslavo. Questi ultimi massacri si verificarono poco dopo la fine della seconda guerra mondiale anche per rappresaglia e vendetta dei partigiani titini contro i fascisti ma anche contro tutti coloro che rappresentavano o potevano rappresentare indipendentemente dalla loro appartenenza politica, lo Stato italiano in quelle terre che il nuovo regime comunista jugoslavo rivendicava apertamente. A conferma di un'autentica campagna di intimidazione contro gli italiani vi sono anche le affermazioni di Milovan Djilas, vicecapo del governo e segretario della Lega dei comunisti di Jugoslavia il quale in una intervista rilasciata al giornale Panorama, ammetteva senza giri di parole che i titini andarono in Istria a organizzare la propaganda anti-italiana poichè bisognava indurre i cittadini della nostra nazione ad andare via con pressioni di ogni tipo. Vogliamo ancora ricordare – hanno aggiunto – l'esistenza in Italia di una legge istitutiva del ricordo dei martiri e degli esuli vittime di tale atrocità e cioè il giorno del ricordo che si celebra il 10 febbraio di ogni anno in memoria delle vittime delle Foibe, dell'esodo Giuliano-Valmata e delle vicende del confine orientale del secondo dopoguerra. Aggiungiamo ancora che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo discorso in occasione della celebrazione del giorno del ricordo ha sottolineato l'imperdonabile orrore contro l'umanità costituita dalle Foibe e la congiura del silenzio, nonchè la fase meno drammatica ma ancora più amara e demoralizzante dell'oblio. Napolitano ha anche aggiunto che non si può più tacere e che quindi gli italiani dovranno assumersi la loro responsabilità per avere negato o teso ad ignorare la verità per pregiudiziali ideologiche e per cecità politiche. Ci sentiamo quindi offesi come cittadini e come italiani – hanno concluso i due studenti universitari nella loro lettera al sindaco Gallo – per quello che riteniamo essere un grave atto d'offesa nei riguardi di tutte le vittime di quei tragici eventi e per i superstiti che per decenni sono stati ignorati dallo Stato italiano per scelte ideologiche e convenienze politiche. Chiediamo quindi che la denominazione attuale di via Tito venga rimossa quando più presto possibile e che venga sostituita con una denominazione che possa richiamare al ricordo di quei tragici eventi.

 

FILIPPO BELLIA

 

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