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La memoria della Risiera e la solidarietà degli Esuli (ilfriuli.it 26 gen)

La Risiera di San Sabba di Trieste, oggi monumento nazionale, fu l'unico campo di sterminio nazista in Italia ed è per questo che è stata scelta dal Presidente del Senato, Renato Schifani per celebrare la Giornata della Memoria.

Schifani sarà infatti a Trieste, alla Risiera di San Sabba, mercoledì 27 gennaio, per celebrare la Giornata della memoria.

Il presidente del Senato arrivera' alla Risiera intorno alle ore 11, visitera' le celle, la Sala delle croci e il Museo e partecipera', con le autorita' locali, alla cerimonia per la Giornata della memoria.
Prima di lasciare la Risiera, il presidente del Senato visitera' anche la mostra delle opere di Giovanni Talleri, relative alla sua esperienza nel campo di concentramento di Muhldorf, in Baviera, tra il 1944 e il '45.

Costruita nel 1913 a fini industriali, venne utilizzata dai nazisti come campo di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati dopo l'8 settembre 1943 e poi come campo di detenzione di polizia, destinato sia allo smistamento dei deportati in Germania e in Polonia, sia come deposito e smistamento dei beni razziati, nonché per la detenzione e deliminazione di partigiani, detenuti politici ed ebrei.

Nella Risiera, subito dopo l'ingresso, c'é la stanza chiamata "cella della morte", dove venivano ammucchiati i prigionieri. Nel cortile sorgeva l'edificio destinato alle eliminazioni. I nazisti trasformarono l'impianto in forno crematorio secondo il progetto di Erwin Lambert.

La nuova struttura venne collaudata il 4 aprile 1944. Nella notte fra il 29 e il 30 aprile 1945 il forno crematorio e la ciminiera vennero fatti saltare con la dinamite dai nazisti in fuga.

Secondo le stime elaborate sulla base di testimonianze, le vittime cremate in Risiera potrebbero essere state tra le 3000 e le 5000.

Gli esuli italiani dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia, "che hanno conosciuto anch'essi discriminazioni e persecuzioni, vittime dello scontro fra le ideologie totalitarie del Novecento, esprimono la loro solidarietà alle Comunità ebraiche italiane" in occasione della Giornata della memoria.

Lo afferma, in una nota, il presidente dell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Anvgd), Lucio Toth.

"Fin dall'Ottocento gli israeliti delle città giuliane e dalmate furono tra i sostenitori più attivi dell'italianità delle nostre terre – ricorda Toth – in uno spirito di convivenza che faceva parte del loro stesso modo di essere. Basti pensare ad Isaia Ascoli, che per primo propose il nome di Venezia Giulia per il Litorale austriaco, a Umberto Saba, a Carolina Luzzatto, e a tanti altri protagonisti della vita di Trieste, di Gorizia, di Fiume e di Zara. Lo stesso movimento irredentista veniva considerato strumentalmente dalla reazione austro-slava come un'complotto giudaico-massonico. Alla fine della seconda guerra mondiale – conclude Toth – nelle fila dei profughi giuliani e dalmati non sono mancati connazionali di religione ebraica, due volte esuli".

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