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La Kersevan canta l’Internazionale ai funerali di Maniacco (Mess.Veneto 26 gen)

di Maurizio Cescon

UDINE. Una bandiera rossa del Pci con falce, martello e stella, ha avvolto la bara di legno chiaro di Tito Maniacco, il poliedrico artista friulano, amico di Pasolini, morto venerdì a 78 anni dopo una lunga malattia. La cerimonia laica di saluto, svoltasi ieri pomeriggio nella camera mortuaria dell’o spedale in via Chiusaforte, è stata breve ed essenziale, conclusasi con l’Internazionale, cantata da Alessandra Kersevan.

Tanta, tantissima gente, sul piazzale, nonostante la giornata gelida e il freddo tagliente. Esponenti del mondo della cultura e dell’editoria, della politica, della religione, tante autorità confuse tra la folla di amici e conoscenti. C’erano lo scrittore Alberto Garlini, don Pierluigi Di Piazza fondatore del centro Balducci, gli onorevoli Silvana Fachin Schiavi con un mazzo di garofani rossi in mano ed Elvio Ruffino, l’assessore Daniele Macorig in rappresentanza di palazzo Belgrado, il sindaco di Udine Furio Honsell con mezza giunta, il vicesindaco Martines, gli assessori Reitani, Malisani e Franzil. E molti altri ancora, che non hanno voluto mancare nel momento dell’addio al poeta, scrittore e pittore. I gonfaloni del Comune di Udine e della Provincia listati a lutto accanto alla bara, vegliata dalla vedova e dai parenti più stretti. (…)

Subito dopo Alessandra Kersevan, storica esponente di Rifondazione comunista, ha intonato l’Internazionale. Applausi alla fine della canzone e quando la bara è uscita dalla camera mortuaria, accompagnata da tanti mazzi di rose rosse e bianche e cuscini di fiori. Poi l’ultimo viaggio verso il cimitero, dove la salma è stata tumulata.

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