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La Lega Nazionale racconta il suo secolo (Il Piccolo 22 ago)

TRIESTE L’espressione di un popolo diviso ma unito, incapace di accettare ”l’orso e l’aquila” che si contendono le terre italiche, è visibile da giovedì alla mostra «Lega Nazionale – 100 anni di propaganda». Propaganda dell'Italia, della fiera ricchezza della sua lingua e cultura. Manifesti, cartoline, oggettistica e scritti originali testimoniano l'importante opera del sodalizio patriottico, sempre attento a difendere l'italianità delle «terre irredente». Nata nel 1891 dai resti della società «Pro Patria», la Lega si avvalse sempre del contributo di numerosi artisti che diedero vita a tavole, disegni, soluzioni grafiche, con l’obiettivo di manifestare e difendere il senso dell'italianità, che in un popolo sottoposto a governo straniero è sempre molto forte.

Una vera e propria folla ha preso parte all'evento di Palazzo Costanzi che presenta opere degli artisti dell'epoca, Guido Marussig, Ugo Flumiani, Argio Orell, Eugenio Scomparini, Guido Grimani.

Paolo Sardos Albertini, presidente dell'associazione, ha aperto così il discorso inaugurale: «Sorta con il compito di difesa della lingua italiana nei territori italofoni dell'impero austro-ungarico, la Lega si è adoperata immediatamente nel manifestare la propria immagine e il proprio messaggio con metodi ”nuovi” per l’epoca, come le famose cartoline che vediamo in questa mostra».

«Ciò che vi presentiamo oggi – ha proseguito Piero Delbello, curatore dell’allestimento con Athos Pericin – sono veri e propri reperti storici. Gli originali strumenti di propaganda esposti in maniera chiara e semplice, attestano il percorso storico e lo sviluppo della Lega Nazionale, in particolare la rinascita avvenuta nel '46, alla fine del secondo conflitto mondiale».

Le cartoline patriottiche, attestano con figure allegoriche e motivi ricorrenti il diffuso sentimento di italianità dell'epoca e la sofferenza di un popolo costretto a subire lo straniero in casa propria. Da Dante, «maestro dell'italica favella» a Verdi, Carducci e Pascoli, nelle tavole degli artisti e nelle foto sono celebrati i simboli della Patria e della sua storia. Non mancano i riferimenti all'antica Roma coi suoi audaci guerrieri, e alla triste situazione di Trieste, Dalmazia, Istria, Gorizia e Trento, impersonificate da giovani bimbe che posando da sole, raccontano la preoccupante incertezza del loro futuro, lontane dalla madrepatria.

Ampio spazio anche agli altri veicoli di propaganda: tesserini illustrati, distintivi, bicchieri, medagliette, cofanetti, candele e fiammiferi, tutti targati ”Ln”. «Questi gadget – osserva Delbello – non avevano un mero scopo pubblicitario, bensì testimoniavano la volontà di appartenenza alla causa, alla propaganda, dato che questi non venivano mai dati gratuitamente. Fare propaganda significa innanzitutto diffondere idee ed ideali, e il proprio impegno profondo si manifestava concretamente in questo contesto anche con le piccole offerte».

Una teca omaggia Riccardo Pitteri, presidente della Lega Nazionale dal 1900 al 1914 e autore fra l'altro di «Patria Terra» (di cui è esposto un volume, assieme ad altri oggetti di sua proprietà), che tanto si adoperò nella causa, ma che morì senza vedere Trieste italiana.

L'esposizione è aperta ogni giorno, fino al 6 settembre con orario 10-13 e 17- 20, con ingresso libero.

Sara Giroldo

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