Iniziative Anvgd per il 2 e 4 Novembre 2021

Numerose sono state le celebrazioni commemorative del 2 e 4 Novembre alle quali hanno aderito o che hanno promosso comitati e delegazioni dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, da Trieste a Milano passando per Brescia e Novara.

TRIESTE

Una delegazione si è recata assieme al Presidente nazionale e del comitato provinciale Renzo Codarin alla cerimonia svolta al cimitero di Capodistria su iniziativa della Famiglia Capodistriana (associazione che raccoglie gli esuli dalla città istriana) in suffragio dei concittadini volontari irredenti caduti indossando la divisa dell’Esercito Italiano durante la Prima Guerra Mondiale.

GORIZIA

Il Comitato dell’Anvgd di Gorizia ha partecipato alle celebrazioni legate al Centenario della ricerca, designazione, traslazione e tumulazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria.
27 ottobre : S. Messa nella chiesa di S. Ignazio, in piazza Vittoria dove furono collocate le salme di undici soldati recuperati in vari campi di battaglia. I feretri rimasero nella chiesa per otto giorni, a partire dal 20 ottobre 1921, vegliati da un continuo pellegrinaggio di folla commossa. Il 27 ottobre vennero trasportate ad Aquileia, da dove partì quella scelta da Maria Bergamas, da tumulare al Vittoriano a Roma;
3 novembre: cerimonia per il Milite ignoto alla presenza del presidente della Repubblica ad Aquileia;
4 novembre: alza ed ammaina bandiera solenne in piazza Vittoria, e cerimonia di conferimento onorificenze al Merito della Repubblica italiana.

UDINE

Un commosso Loris Michelini, vice sindaco di Udine, oltre che nipote di un esule, ha portato il saluto della Civica Amministrazione alla cerimonia religiosa e patriottica dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine in ricordo dei caduti e dei defunti giuliano dalmati. Il tradizionale evento si è tenuto il 3 novembre 2021, presso la Chiesa del Cimitero di San Vito in Udine.
Continua su Udine, cerimonia per i defunti giuliano dalmati 2021, col vicesindaco e l’ANVGD

Mercoledì 3 novembre, nel Lapidario di Rovigno, la Famía Rovignisa ha commemorato gli esuli defunti. Alla sentita cerimonia erano presenti, oltre ad un gruppo di rovignesi, il presidente della Famía Gabriele Bosazzi, il vicesindaco di Rovigno David Modrusan, la vicepresidente della Comunità Italiana Patrizia Malusà e, per ľANVGD di Udine, Rosalba Meneghini. Commovente è stato il ricordo di tutte le persone care mancate lontano dal luogo natio non per scelta. Nei discorsi ufficiali si sono auspicate pace e collaborazione fra esuli e rimasti in un rinnovato clima di distensione e verità storica. Rosalba Meneghini, a nome della presidente Bruna Zuccolin, ha portato il saluto delľANVGD di Udine, augurando una proficua futura collaborazione fra ľANVGD di Udine e la Famía Rovignisa. Toccanti sono stati gli interventi letterari e poetici di Tullio Svettini e Giuseppe Capoluongo, nei quali, oltre al dolore estremo della morte in esilio, si è ricordata anche la ricorrenza dei 100 anni della traslazione del Milite Ignoto, pensando ai tanti giovani istriani immolatisi per ľItalia, loro amata patria.

VICENZA

Mia madre in questo periodo accendeva un lumino ad olio in ricordo dei nostri cari defunti, oggi ho aggiunto un lumino per tutti quelli che riposano nei cimiteri lontani dalla terra che li ha visti nascere.
Un’altra fiammella ho acceso per gli istriani, fiumani e dalmati i cui resti giacciono insepolti nelle cavità carsiche e nelle fosse comuni in luoghi ancora oggi sconosciuti, per loro non sappiamo dove depositare i nostri fiori, ma un fiore depositerò in loro memoria su una tomba dimenticata.

Il 4 Novembre 1918, invece, mio padre Bortolo, volontario irredento nell’esercito italiano, nato a Rovigno d’Istria e mia nonna Anna, internata con i figli più piccoli nel campo di concentramento austriaco di Wagna, ponevano fine all’attesa della liberazione della propria terra, finalmente potevano rientrare a Rovigno unita alla madre patria coronando il sogno dei rovignesi. Durante la Grande Guerra, Rovigno scontò la sua conclamata italianità con la pressoché totale deportazione della sua popolazione in veri e propri lager quali quelli di Wagna e Pottendorf. Molti non fecero ritorno per le precarie condizioni igieniche e sanitarie, carenze nutrizionali, il clima rigido degli inverni stiriani furono le principali ragioni che fecero lievitare la mortalità nel campo profughi. Il sovraffollamento e la promiscuità nelle baracche determinarono un ruolo decisivo nel determinare il dilagare dell’epidemie di difterite, tifo, scarlattina e morbillo. Le proibitive condizioni di vita causarono la morte soprattutto di vecchi e bambini. La mortalità a Wagna (1915 – 1918): Ottobre 1915 – Settembre 1916, 18.187 internati e 1.946 morti; Ottobre 1916 – Settembre 1917, 16.268 internati e 627 morti; Ottobre 1917 – Settembre 1918, 8.662 internati e 286 morti.Furono 185.000 gli italiani dell’impero asburgico internati nei principali campi di concentramento destinati a civili (60% donne e bambini): Wagna, Mitterndorf, Pottendorf, Tapiosuli, Katzenau, Gollersdorf, Fischa, Talerhof, Mistelbach, Braunau Am Inn, Beutschbrod, Traunstein, Gmund e Liebnitz.

Coriolano Fagarazzi
Presidente del Comitato Anvgd di Vicenza

ROVIGO

La Delegazione di Rovigo ha partecipato alla posa di corone alle lapidi per tutti i caduti di tutte le guerre in data 6 novembre 2021 nell’ambito di un’iniziativa a cura dell’amministrazione comunale di Polesella.

TRENTO

Il Comitato di Trento dell’ANVGD ha partecipato con una delegazione e il proprio labaro, al quale sono stati resi gli onori, alla cerimonia del 4 novembre all’Ossario dei Caduti di Rovereto (TN), ricordando i morti di tutte le guerre e auspicando, così ha detto il Sindaco di Rovereto Valduga, di veder trionfare la pace e di essere costruttori di ponti per la convivenza.

BRESCIA

In occasione del 2 novembre la Delegazione di Brescia dell’Anvgd ha portato fiori e candele al Cippo commemorativo del quartiere San Bartolomeo, simbolo e cuore degli esuli giuliano dalmati arrivati a Brescia nel secondo dopoguerra .

Lo stesso è stato fatto al cimitero Monumentale di Brescia, lasciando una preghiera per i caduti.

BERGAMO

Si è svolta il 6 novembre scorso a Bergamo, a cura del Comitato Provinciale ANVGD  , la annuale Commemorazione per Defunti delle terre d’Istria, Fiume e Dalmazia attraverso la Celebrazione della Messa nel Tempio Votivo ai Caduti di Via Sudorno in Città Alta, una Chiesa in cui lapidi e iscrizioni funerarie, che rivestono i marmi scuri , ricordano i Reduci, i Mutilati, gli Invalidi e i CADUTI di tutte le guerre. Il luogo ricopre un significato simbolico molto importante  per gli Esuli dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia perché, come si legge dall’Arena di Pola dal numero 2045 del 01/08/1978, lì vi fu  scoperta un’iscrizione muraria dedicata ai Caduti per l’italianità dell’Istria, Fiume e Dalmazia nel sessantesimo della Redenzione dagli esuli giuliani e dalmati: sotto l’iscrizione, tre urnette contenenti la terra dai cimiteri di Pola, Fiume Zara e Spalato illustrate da altrettante ceramiche a colori , riproducono gli stemmi delle predette città. “La cerimonia,– si legge – organizzata dal Comitato di Bergamo dell’ANVGD presente il dott.. Antonio Smojver presidente ed il vice presidente Vincenzo Barca, in concomitanza di un raduno regionale degli esuli in Lombardia e alla presenza della Consulta lombarda al completo, ha visto la partecipazione di numerose autorità locali tra cui l’on. Mirko Tremaglia, la signorina Rosetta Locatelli, sorella del tre volte medaglia d’oro e legionario fiumano Antonio Locatelli, il generale Ettore Roggeri presidente del Nastro Azzurro, il colonnello Giovanni Bonfanti del Comitato per gli onori ai Caduti ed ebbe inizio con l’alzabandiera salutato dagli squilli di tromba d’un reparto in armi di fanteria della brigata meccanizzata «Legnano». Nel tempio, pavesato di bandiere tricolori e di Pola, Fiume, Trieste e Zara, tra garofani rossi e bianchi incorniciati da sempreverde è stata celebrata la messa dal rettore del tempio don Rino Saranga il quale, al Vangelo, rivolgeva elevate parole di omaggio al sacrificio dei Caduti per l’italianità delle terre giuliane. Il «Va pensiero…» è stato proposto dall’organo al Sanctus, mentre la canzone del Piave ha accompagnato la cerimonia dello scoprimento dell’iscrizione muraria, madrina la signora Lidia Mandich vedova del cav. Cesare Piazza, per anni validissimo vice presidente del Comitato bergamasco. Una corona di alloro è stata deposta da due bambine, nipoti di esuli, ai piedi dell’iscrizione.”  Da quel giorno gli esuli istriano,fiumano e dalmati si ritrovano in quel luogo quasi mistico in cui celebrano le Sante Messe per i santi Patroni di Fiume (giugno) , Zara (ottobre) e Pola (dicembre) e i cari Defunti (novembre) con un rito che è  insieme di preghiera e di memoria identitaria collettiva.

Queste le parole di allora appunto, 1978, che ci riportano al presente quando, con altrettanta commozione, la Presidente del Comitato di Bergamo  Maria Elena Depetroni, unitamente al VicePresidente Edoardo Uratoriu , al Consiglio Direttivo e ai Soci presenti, ha ricordato la storia del Comitato di Bergamo attraverso le figure straordinarie dei suoi padri fondatori e, appunto, il significato di questa Chiesa in cui da sempre si raccoglie unita e coesa la nostra gente. Presente anche la signora Laura Roncalli , vedova del compianto amico e Socio prof. Dott. Lucio Parenzan.

Nell’occasione la comunità istro-orobica ha voluto ricordare, alla presenza della figlia Erica e del genero Maurizio Masseroni, la cara JANA DOLENEZ SMOJVER  mancata quest’estate e per tanti anni Segretaria del Comitato Anvgd di Bergamo, di cui il marito, dott. Antonio Smojver esimio Farmacista degli Ospedali Riuniti di Bergamo, fu Presidente fino al 1985 , data della sua morte.

Entrambi di Fiume, Jana e Tonci (così chiamato con affetto) ricostruirono a Bergamo la famiglia di una comunità giuliano-dalmata numerosa  portando sempre nel cuore la città amatissima dalla millenaria civiltà italiana, dalle radici profonde nella romanità e nella venezianità, il mare, le gite in barca, le passeggiate con gli amici e i compagni di scuola, le “pinze” di Pasqua ….  trasmettendo ai Soci e agli amici sostenitori il forte legame con i ricordi dall’Istria, da  Fiume e  dalla  Dalmazia e continuando le tradizioni, il dialetto delle terre che diedero loro i natali, con costante , perenne e patriottico attaccamento alla Patria e ai principi di libertà e giustizia.

Nata nel 1922 Jana subì insieme alla sua famiglia sia la occupazione di Fiume  del ’41 da parte dei Tedeschi sia la persecuzione titina da cui scappò , a soli 24 anni e in segreto, usando lo stratagemma di un esame all’università (Ca’ Foscari, Lingue) e senza dire nulla alla sua famiglia che riabbracciò solo molto più tardi in Italia. Coraggiosa e determinata Jana affrontò solitudine, fame, miseria con la forza e il coraggio della nostra gente e , pur senza mai smettere di sperare, un giorno, di ritornare nella sua amatissima città , realizzò a Bergamo il suo progetto di vita insieme a quello che era diventato nel frattempo il marito, Tonci, e la loro adorata figlia Erica.

Appassionata di montagna , Jana è stata costantemente baricentro di ogni sodalizio associativo sia dell’ Anvgd che del Cai di Fiume sia del Libero Comune di Fiume in esilio, partecipando con entusiasmo a raduni , gite e conviviali di cui era ispiratrice ed animatrice. In particolare, ad ogni Messa in Sudorno, Jana impreziosiva il registro delle firme e delle presenze in Sacrestia della Chiesa in Sudorno con disegni evocativi delle nostre belle cittadine. Al marito, indimenticabile Presidente del Comitato, mancato nel 1985, gli Ospedali Riuniti di Bergamo hanno dedicato una Unità Operativa Farmaceutica.

Maria Elena Depetroni
Presidente del Comitato provinciale di Bergamo dell’Anvgd

MILANO

In occasione del 4 Novembre, il Comitato provinciale di Milano dell’Anvgd ha organizzato una videoconferenza di presentazione del libro “Ignoto Militi. Le donne raccontano il Figlio d’ Italia” edito da Idrovolante edizioni (Roma 2021). Sono intervenuti: Cristina Di Giorgi, curatrice del libro; Lorenzo Salimbeni, ricercatore storico dell’ANVGD nazionale; Claudio Giraldi, dirigente dell’ANVGD di Milano.

Lo storico Lorenzo Salimbeni ha fornito un ampio panorama degli anni immediatamente successivi alla conclusione della grande guerra. Una serie di problematiche, di inquietudini dei nuovi italiani, di preoccupazioni ed insieme di speranze, che se da un lato conducono l’Italia verso una soluzione autoritaria con l’avvento del Fascismo, dall’altra sembrano comporsi in un momento di commozione e di unità nazionale attraverso la salma del Milite Ignoto, che percorre una parte d’Italia da Aquileia a Roma per trovare la sua definitiva dimora al Vittoriano e segnare il compimento dell’unità nazionale dopo le guerre risorgimentali.

Della Vittoria a Vittorio Veneto e dell’andamento della guerra, caratterizzato dall’eroismo delle nostre truppe, dobbiamo, come Italiani, essere assolutamente fieri, come di una tappa in cui si è finalmente sentita, per la prima volta, l’unità della nazione. Pensiamo a tutti coloro che, dai borghi e villaggi sperduti di un’Italia contadina, hanno donato la loro vita per creare l’ideale della nazione, ed ai parenti che hanno sofferto per la loro mancanza, fosse essa parziale o totale.
Le potenze alleate dell’Intesa, attraverso la testimonianza dei propri corrispondenti esteri, hanno reso omaggio al valore dell’esercito italiano, che ha permesso di bloccare l’espansionismo germanico creando un fronte che ha resistito all’impeto austro-ungarico, fino a fiaccarlo e costringerlo alla resa. Da allora la nazione italiana ha incominciato a godere di considerazione nel consesso europeo e, se a volte non è riuscita a farsi riconoscere nel suo ruolo, ciò si deve più all’inadeguatezza dei suoi rappresentanti che ad una esclusione voluta dagli alleati.
Scrive un giovane e documentato giornalista e storico, Valentino Quintana, in un contributo apparso sull’Agenzia Stampa Italia, a proposito della giornata del 4 Novembre:
            Lo Stato Italiano attuale “deve” promuovere la ricorrenza, ma in realtà, non ne ha alcun interesse né volontà. È questa la triste e amara realtà, che parte da lontano: l’abolizione del 4 novembre, come festività nazionale, ha sciolto quel legame ideale che rappresentava la raggiunta unità d’Italia, fatta da combattimenti massacranti in trincea, tra italiani provenienti da tutte le regioni, che per la prima volta trovavano un’unità linguistica ed un modo di affratellarsi in una situazione tragica e dolorosa.

Questo monito ci deve far riflettere: con queste rinunce, a cui si accompagna l’oblio delle testimonianze, corriamo il pericolo di affossare il concetto di nazione che sorse a partire dal 1918 e che dal 1921 fu corroborato dal treno del Milite Ignoto. Come dice lo storico Gianni Oliva a scuola non si studia più la storia, soprattutto la storia attuale, per cui le giovani generazioni non possono comprendere in che epoca vivono, avendo perso il contatto con la storia pregressa.

Si assiste così alla disaffezione verso la cosa pubblica, al colpevole disinteresse verso la politica, al rinchiudersi in egoismi nazionali, al denigrare il leader politico antagonista esponendolo alla berlina in ambito politico europeo……episodi avvenuti, che hanno nociuto alla stima che altri potevano avere dell’Italia.

Ridiamo valore e dignità nazionale al 4 Novembre, alla Festa della Vittoria, alla festa delle Forze Armate, col che anche il Milite Ignoto vedrà nuovamente realizzarsi l’ideale per cui ha donato la vita.

Claudio Fragiacomo
Dirigente Anvgd Milano

COMO

Giovedì 4 Novembre, Festa dell’Unità d’Italia e della Redenzione di Trento, Trieste, Istria, Fiume e Dalmazia riunite dopo 1500 anni di separazione alla Madre Patria, che raggiunge finalmente i suoi confini naturali.

Per i giuliani e dalmati è una Festa che il Comitato provinciale di Como dell’Anvgd ha onorato con un deferente omaggio ai Caduti che si immolarono per raggiungere questo agognato traguardo.

NOVARA

Il comitato provinciale di Novara dell’Anvgd ha partecipato alle iniziative del 4 Novembre organizzate dall’amministrazione comunale del capoluogo piemontese.

MODENA

Dopo aver preso parte alle cerimonie del 2 Novembre a Modena, il Comitato provinciale di Modena dell’Anvgd il 4 Novembre è stato presente nel capoluogo emiliano con il Vice Presidente del Comitato Sergio Vascotto coadiuvato dal Consigliere (nonché alfiere) Ferdinando Nunziante con gonfalone e a Carpi con il Presidente Giampaolo Pani, il quale ha tenuto un’orazione commemorativa del Milite Ignoto.

[a cura di Lorenzo Salimbeni]

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