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Immobili Croazia: le opinioni di politici e FederEsuli (Il Piccolo 10 dic)

TRIESTE La liberalizzazione del mercato immobiliare in Croazia piace a destra come a sinistra. È un applauso bipartisan, infatti, quello che arriva da Trieste salutando così la nuova normativa approvata dal Parlamento di Zagabria. Attesa da tempo e forse arrivata in ritardo, come sottolineato da molti, ma alla fine arrivata. E questa è la cosa più importante.

«È un fatto positivo che avvicina la Croazia in Europa», sottolinea il deputato Roberto Menia (Pdl, esponente di An). Il sottosegretario del governo Berlusconi parla di «svolta» che consentirà, anche agli italiani e ai cittadini dei Paesi dell’Ue, di acquistare beni immobili in Croazia; ma allo stesso tempo non manca di ricordare come «altra cosa è il contenzioso sui beni degli esuli istriani, fiumani e dalmati – spiega – per i quali auspico un passo avanti che veda il gesto di una restituzione da parte croata».

Beni sui quali si sofferma anche Stelio Spadaro, esponente dei Ds triestini. «La decisione del Parlamento croato è una buona notizia – sostiene – che supera anacronistiche discriminazioni verso i cittadini dell’Unione europea. Vedo con favore ogni passo che avvicina la Croazia all’Europa nelle istituzioni, nei rapporti giuridici, nella cultura e nella comprensione della storia. Rappresenta un altro passaggio verso la normalizzazione dell’Europa».

Resta un punto da chiarire, per altro sottolineato con decisione. «Voglio capire se anche le case all’epoca espropriate e in mano pubblica – dice Spadaro – saranno messe sul mercato o meno».

Una possibilità che il presidente della Federazione degli esuli, Renzo Codarin, esclude a chiare lettere: «Spero che questa apertura mentale e politica da parte croata – spiega – li spinga a considerare in modo diverso le richieste che l’Italia fa per la restituzione dei beni non coperti da trattati». Situazioni stimate in circa 2500 sulle quali i rappresentanti degli esuli faranno pressioni sul governo italiano. «Questa ulteriore apertura da parte della Croazia è un’occasione da non perdere – dice Codarin – Dimostra che il clima è cambiato, adesso bisogna però chiudere una pagina aperta da troppo tempo». Un invito rivolto al ministero degli Esteri italiano, Franco Frattini, affinché faccia pressioni sull’omologo croato per definire il contenzioso sui beni abbandonati.

L’attenzione per il momento è tutta concentrata sulla scelta assunta dalla Croazia, auspicata da tempo, che il deputato Ettore Rosato (Pd) saluta con soddisfazione senza dimenticare il cammino sofferto. «Un bel passo avanti. Il provvedimento da lungo atteso è arrivato in ritardo, ma almeno è arrivato», dice Rosato. Un ragionamento fotocopia del sindaco di Trieste: «Era ora, nel senso che adesso va tutto bene. Se vogliono entrare in Europa – spiega Roberto Dipiazza – devono capire che queste sono cose importanti. E lo dice uno che è sempre stato un sostenitore della Croazia nell’Ue, ma a patto che siano rispettate le regole».

Quelle regole che il deputato Roberto Antonione (Pdl, sponda Forza Italia) aveva cercato invano di far capire alla Croazia durante il mandato di sottosegretario agli Esteri. «Quanto deciso dal Parlamento di Zagabria è un atto dovuto. Fa parte di quel cammino di integrazione – dice Antonione – che la Croazia sta facendo per entrare nell’Ue». Un passaggio decisivo, insomma, che per l’ex sottosegretario agli Esteri rappresenta un piccolo successo, anche se postumo. «Era una decisione scontata, anche sulla base di questo noi stavamo insistendo – ricorda – affinché venisse risolto questo problema il prima possibile. La soddisfazione è che sono riusciti a farlo, magari se ci fosse stato un segnale prima… comunque meglio tardi che mai».

(p.c.)

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