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Il Piccolo – 220607 – Nasce l’Euroregione, la Slovenia non firma

UDINE La Slovenia non c'è ma nessuno si strappa le vesti. L'impegno a creare
un Gect, Gruppo europeo di cooperazione transfrontaliera, unisce in maniera
convinta Friuli Venezia Giulia, Veneto, Carinzia e le contee Istriana e
Litoraneo Montana e l'assenza della Repubblica slovena al vertice di ieri a
Villa Manin non sembra turbare né Riccardo Illy né i leader delle altre
Regioni. La Slovenia avrà 30 giorni di tempo per ripensarci e diventare uno
dei fondatori dell'Euroregione. Altrimenti si andrà avanti lo stesso. È un
intoppo, un'assenza che pesa, un caso politico. Ma Illy, illustrando i
contenuti dell'incontro di Codroipo, non fa polemiche. Insiste anzi nell'auspicare
che la Slovenia ci ripensi, che tra un mese dica sì. E tiene le porte
aperte: «La firma, eventualmente, potrà arrivare anche in una fase
successiva». Per adesso a firmare il protocollo d'intesa che avvia il
processo per la costituzione di un Gect, anticamera istituzionale
dell'Euroregione nell'area Alpe Adria, sono, con il presidente della
Regione, il vicepresidente del Veneto Fabio Gava (Giancarlo Galan è assente
per motivi familiari), il presidente del Land Carinzia Joerg Haider, il
presidente dell'Istria Ivan Jakovcic e il vicepresidente della contea
Litoraneo Montana Luka Denona.
Perché la Slovenia non c'è? Lo spiega proprio Illy raccontando di un
colloquio telefonico di ieri mattina con il ministro degli Esteri Dimitri
Rupel e di una precedente lettera ricevuta dal ministro per gli Affari
regionali Ivan Zagar in cui si chiedeva il rinvio della firma. La Slovenia,
precisa Illy, vorrebbe allargare il Gect alla Stiria austriaca e alle vicine
regioni ungheresi, coinvolte nel progetto Interreg Matriosca: «Una richiesta
che non ci trova d'accordo perché riteniamo ci sia l'esigenza di tenere
compatto un gruppo di Regioni che ha un'omogeneità storica, culturale,
economica e che, con queste premesse, ha già avviato da tempo positive
collaborazioni bi-trilaterali. Inoltre – prosegue il presidente del Friuli
Venezia Giulia – preferiamo evitare di aumentare il livello di complessità
del Gect e consideriamo da sempre l'obiettivo Euroregione legato alla
presenza su base paritaria di minoranze linguistiche». Si attenderà ora un
mese la firma di una Slovenia che, si dice, vorrebbe una posizione centrale
nel Gect – di qui la richiesta di allargarsi a Est – e la sede a Lubiana.
Non arrivasse quella firma si andrà avanti comunque. In attesa che gli Stati
nazionali adottino le norme attuative necessarie, le Regioni hanno
costituito intanto un gruppo di lavoro (operativo dall'ultima decade di
luglio) per finalizzare la convenzione istituitiva e lo statuto, di cui c'è
già una bozza di massima come elemento di discussione. Una volta realizzati
quei documenti, ecco la vera e propria Euroregione, entro la fine dell'anno
e in due fasi: prima con i soggetti già membri dell'Ue e successivamente con
le due contee croate. Con un ente trasfrontaliero con personalità giuridica,
sottolinea anche Haider, sarà possibile «rafforzare le forme di
collaborazione che già danno ottimi risultati tra l'altro in sanità,
trasporti e formazione. Quanto al via libera atteso da Roma e necessario per
l'istituzione anche in Italia dell'Euroregione, Illy è ottimista: «Il
governo ha già predisposto una bozza di regolamento per i Gect e si appresta
ad approvarla entro la scadenza del 31 luglio. Questo passaggio, tra l'altro,
è pure contenuto nel protocollo d'intesa con il presidente Prodi». In ogni
caso, rileva il presidente, «secondo alcuni giuristi, a prescindere dal
fatto che entro la data fissata venga approvato un provvedimento da parte
degli Stati, il regolamento risulterebbe applicabile». A margine Friuli
Venezia Giulia e la Litoraneo Montana hanno firmato un protocollo di
collaborazione di durata quinquennale.

Marco Ballico

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