TRIESTE All'appello del presidente dell'Unione Italiana Maurizio Tremul
rivolto al nostro governo a sostenere le richieste di sostegno finanziario a
Tv e radio Capodistria per la prosecuzione a pieno regime delle trasmissioni
in lingua italiana sul Litorale e in Croazia, Roma risponde positivamente.
Il deputato triestino e sottosegretario agli Interni Ettore Rosato pone l'accento
sulla necessità di garantire la reciprocità di iniziative di qua e di là di
un confine sempre più evanescente dopo l'ingresso della Slovenia nella Ue.
«Faremo presente a Lubiana che per noi le trasmissioni in lingua italiana
sul territorio sloveno sono fondamentali, e che è interesse di entrambe le
parti sostenere le rispettive minoranze. Da parte italiana sono stati
potenziati i programmi in lingua slovena nel Friuli Venezia Giulia ed è
stato accolto l'allargamento del segnale alle Valli del Natisone, dove vive
per l'appunto una minoranza slovena. Soltanto il servizio pubblico,
adeguatamente finanziato, è in grado di soddisfare tale prioritaria
esigenza». Il presidente della Federazione degli esuli Renzo Codarin afferma
che la sua associazione sosterrà a livello governativo, anche con il
vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri D'Alema da sempre
attento a queste problematiche, la presenza informativa in italiano in tutta
l'Istria, premessa per mantenere la dinamicità della nostra lingua e della
presneza della minoranza italiana in quelle terre. Tolleranza reciproca e
rispetto delle minoranze sono patrimonio prezioso, specie per uno Stato,
come la Slovenia, che ora fa parte dell'Unione europea».
Il presidente dell'Unione degli istriani Massimiliano Lacota ribadisce che
se Lubiana non saprà sostenere le trasmissioni in italiano delle sue
emittenti del Litorale dimostra di andare in direzione contraria all'Europa.
«Ma non mi stupisce – sostiene polemicamente – questo atteggiamento
contrario agli italiani da parte di Lubiana».
Le notizie che intanto giungono in questi giorni da Lubiana e che riguardano
il futuro dei programmi italiani di Tv e Radio Capodistria non sono molto
rassicuranti. Il rifiuto della direzione della Radiotelevisione di Slovenia,
e del Consiglio dei programmi della Rtv, di garantire alle due emittenti
minoritarie un finanziamento aggiuntivo che permetta loro di realizzare fino
in fondo il piano di produzione per il 2007, rischia di provocare tagli alle
trasmissioni già' in autunno. «Non è la prima volta che dobbiamo affrontare
problemi di natura finanziaria – spiega Antonio Rocco, vicedirettore
generale della Radiotelevisione di Slovenia per i programmi minoritari
italiani – ma diventa sempre più difficile lavorare all'interno di un
sistema in cui mancano delle regole chiare. Nel momento in cui il governo
sloveno ci ha dato una mano trasformando in regolare un contributo
finanziario eccezionale che ci era stato dato nel 2006, lo stesso Ente
radiotelevisivo pubblico sta tentando di disimpegnarsi nei nostri confronti.
E' una situazione grave: il consolidamento finanziario, insieme al satellite
per Tv Capodistria, era uno dei presupposti per il nostro rilancio».
Secondo Rocco, tutti coloro che vogliono ridurre i mezzi per Tv e Radio
Capodistria – chiedendo per esempio «maggiore equilibrio» tra le spese per i
programmi ungheresi e quelli italiani – o che vogliono ridimensionarne il
ruolo – contestando il diritto di «coprire» giornalisticamente l'attività
degli italiani in Croazia – perdono di vista il fatto che se una comunità
minoritaria perde qualcosa, ci rimette l'intera società.