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Il Piccolo – 161207 – Piano segreto sloveno per indipendenza Kosovo

TRIESTE Intrigo internazionale a Bruxelles. A margine dei colloqui ufficiali
dei premier dei Ventisette sullo status del Kosovo, fonti diplomatiche
parlano di un vero e proprio piano predisposto dalla Slovenia che assumerà
la presidenza Ue dal prossimo 1 gennaio, per «manovrare» il riconoscimento
dell'indipendenza dell'ex provincia autonoma jugoslava. Come confermato
anche dall'autorevole «International Herald Tribune» la proclamazione dell'indipendenza
del Kosovo avverrebbe entro i primi due mesi del 2008. E nel giro di 48 ore
la stessa sarebbe riconosciuta dalla Gran Bretagna, dalla Francia, dall'Italia
e dalla Germania. Tutto secondo un piano che verrebbe gestito dalla
Slovenia. Sarebbero già pronti tutti gli scenari, come i singoli Stati
riconoscerebbero l'indipendenza di Pristina, quando questo avverrebbe, quali
sono i legami con le elezioni in Serbia (a gennaio ndr.) e come l'Unione
europea si adopererebbe per stabilizzare il Kosovo.
Il premier sloveno, Janez Jansa, a Lisbona, a margine della firma del
Trattato europeo si è affrettato a smentire la fuga di notizie. «La
Slovenia – ha affermato – non ha preparato alcun progetto sul Kosovo che
fuoriesca da quella che è la visione europea della questione. Tutti i
passi – ha altresì precisato – e le decisoni che abbiamo preso sul Kosovo
sono avvenute nell'ambito della piena collaborazione dei Ventisette». «Per
questo – ha concluso – non mi sembra logico che la Slovenia si muova
autonomamente nel momento in cui sta per assumere la presidenza dell'Ue.
Tutto quanto si sta dicendo è disinformazione».
Va però precisato che il presunto «piano Kosovo» non sarebbe una fuga in
avanti di Lubiana, bensì la predisposizione di uno scenario con la piena
complicità dei principali soggetti europei, leggi Gran Bretagna, Francia,
Germania e Italia. E proprio con Italia e Germania sul tema Kosovo sono
stati intensissimi nelle ultime ore i contatti del governo di Lubiana
proprio con Roma e Berlino. Insomma, qualche cosa bolle in pentola c'è, e la
prima a sapere qualcosa di preciso e la Russia, da sempre fiera avversaria
dell'indipendenza del Kosovo e grande alleata, in questa questione, della
Serbia. E proprio ieri il capo di stato maggiore delle forze armate russe
Iuri Baluevski si è unito al coro delle critiche moscovite sui piani di
indipendenza del Kosovo, mettendo in guardia la comunità internazionale sul
possibile effetto domino nei territori separatisti dell'Abkhazia,
dell'Ossezia del Sud (repubbliche autonome della Georgia) e della regione
moldava del Transdnestr.
«Non possiamo permettere oggi una situazione che porterebbe le cose fuori
controllo», ha detto Baluevski in una conferenza stampa congiunta col
viceministro degli esteri Serghei Kisliak, trasformatasi in un duro atto di
accusa contro i partner occidentali. «Credo che la situazione in Kosovo sia
arrivata al momento della verità. Se attraversiamo il Rubicone e il Kosovo
ottiene un domani uno status indipendente, per parlare francamente, mi
aspetto che questa indipendenza venga echeggiata in altre regioni, incluse
quelle vicine ai confini della Russia. Capite perfettamente cosa intendo, mi
riferisco all'Abkhazia, all'Ossezia del Sud, al Transdnestr». Senza
dimenticare la polveriera Cecenia. Zone che in polemica con i rispettivi
Paesi d'appartenenza chiedono l'indipendenza e, almeno nel caso del
Transdnestr e dell'Ossezia del Sud, il ricongiungimento con Mosca. Baluevski
ha comunque escluso qualunque coinvolgimento militare a fianco dell'ormai
storico alleato belgradese, se la situazione dovesse volgere al peggio.
m. manz.

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