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FederEsuli: Codarin scrive al presidente sloveno

Un mazzo di fiori col tricolore e qualche momento di raccoglimento davanti al Monumento che in P.zza Libertà ricorda l’Esodo dei 350.000 Istriani, Fiumani e Dalmati dalle terre adriatiche (venerdì 21 dicembre ore 10.30). Vogliono sottolineare così, in modo semplice ma emblematico, un momento di grande significato come la caduta dei confini, gli esponenti della Federazione degli esuli.
“Davanti a quel monumento – ha dichiarato il Presidente Renzo Codarin – la Federazione che rappresento, intende rivolgere un pensiero a tutti coloro che per la linea di confine, decisa nel 1947 dai Quattro Grandi, hanno dovuto abbandonare le proprie case, gli affetti, gli averi. Per sessant’anni la nostra è stata una vicenda scomoda e molti dei nostri cari, ed amici, ed esponenti ci hanno lasciato senza poter avere il conforto di un riconoscimento. Oggi che i confini scompaiono, siamo convinti che  la verità sulla nostra secolare presenza sul territorio dovrà diventare patrimonio comune in uno spazio europeo che rispetta i piccoli popoli. I giovani del Capodistriano, e domani di tutta l’Istria, Fiume e la Dalmazia, dovranno sapere che quelle case, quei campanili, quelle chiesette, quel dialetto sono l’espressione di una cultura antica che non possono e non devono ignorare. E non si possono ignorare in questo comune spazio europeo i nostri fondamentali diritti, tante volte disattesi, ma per il cui riconoscimento  continueremo a lottare. I confini sono stati una maledizione, vogliamo sperare sia maturato il tempo della speranza e della giustizia”.
Concetti che il Presidente Codarin ha espresso pure in una lettera inviata al Presidente della Repubblica di Slovenia, dott. Danilo Turk, in occasione delle cerimonie per lo smantellamento dei confini.
“Per noi esuli il confine ha rappresentato una minaccia e un motivo di profonda sofferenza – ha detto ancora Codarin – da bambino era il limite all’orizzonte del campo profughi delle Noghere dove sono nato. Vederlo sparire, anche fisicamente, è un grande sollievo. Si tratta ora di superarlo veramente eliminando tutte le pendenze nei nostri confronti – sia della Slovenia ma anche della Croazia – che ancora gravano su questo nostro mondo di  frontiera. E’ giusto sgombrare l’orizzonte da ogni ingiustizia per lasciare ai giovani una realtà migliore”.

 

fonte www.arcipelagoadriatico.it

 

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