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Il Piccolo – 030208 – Museo istriano: lavori ultimati entro l’anno

di Giuseppe Palladini

Entro l’anno lo stabile di via Torino destinato a divenire il Civico museo della civiltà istriana, fiumana e dalmata, sarà pronto ad accogliere la parte espositiva, gli archivi, la biblioteca e gli uffici dell’Irci (Istituto regionale per la cultura istrana, fiumana e dalmata). I lavori, giunti alla fase degli impianti e delle rifiniture, potrebbero essere conclusi già verso l’estate, ma l’obiettivo è strettamente legato all’arrivo degli ultimi finanziamenti.
«I 180mila euro stanzati dalla Finanziaria regionale per dieci anni – spiega il presidente dell’Irci, Silvio De Bello – ci permettono di accendere un mutuo da 1,4 milioni, con il quale arrivare quasi alla fine dei lavori. Mancano ancora 400-500mila euro: ci stiamo attivando per reperirli».
Altri fondi dovrebbero arrivare dallo Stato. A suo tempo il presidente della federazione degli esuli, Renzo Codarin, ha infatti promesso 300mila euro per il museo in base alla legge 193/2005 sui fondi culturali per i profughi. «E’ auspicabile – sottolinea Piero Del Bello, direttore dell’Irci – che, quando lo Stato renderà disponibili questi finanziamenti, i presidenti delle grandi associazioni degli esuli facciano fronte comune nel richiedere che siano destinati al museo».
Circa i tempi di conclusione dei lavori, Silvio Del Bello si dice fiducioso di vederne la fine entro l’anno. «Poi si potrà partire con l’allestimento – annota – che sarà fatto dal Comune, proprietario dello stabile, con la consulenza scientifica dell’Irci».
Sui contenuti del futuro museo, che entrerà a far parte delle civiche strutture espositive ma sarà gestito dall’Irci, a suo tempo una commissione ha dato indicazioni generali per la stesura del progetto, ma poi non si è andati nel dettaglio. «Abbiamo alcune idee da discutere con il Comune – ricorda Del Bello –. La Foiba, come sacrario, c’è già (una stele spezzata, addossata a una parete, che attraversa l’edificio dal tetto al piano terreno, ndr), ma il resto è tutto da decidere».
E’ certo comunque che nell’edificio di via Torino entreranno la biblioteca dell’Irci, ricca di 10mila volumi, il centro di documentazione storica e il centro di documentazione multimediale, nel quale sono conservate decina di migliaia di immagini.
In qualche misura verranno naturalmente esposte le povere masserizie che gli esuli riuscirono a portare con se oltre mezzo secolo fa, da allora custodite in un magazzino del Porto Vecchio e in parte viste nella mostra sull’esodo allestita qualche anno fa nell’ex campo profughi di Padriciano.

 

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