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Il Foglio – 260308 – Preghiera di Camillo Langone

Buddha che sei nel nulla, mi piacciono i tuoi seguaci tibetani, siamo accomunati dall'amore per i toponimi originali, nel loro caso i nomi delle montagne himalayane, da preservare dall'invasione anche linguistica cinese, nel mio i nomi delle città istriane e dalmate, Capodistria Pola Fiume Zara Spalato Ragusa (giammai Dubrovnick!) e la toponomastica urbana pre-ideologica, così piena di grazia, piazza Esedra a Roma (giammai piazza della Repubblica), viale dell'Acquedotto a Trieste (giammai viale XX Settembre), piazza del Duomo a Reggio Emilia (giammai piazza Prampolini)… I tibetani si sono risvegliati e si sono accorti di non avere nessuna voglia di sciogliersi nel gran mare dell'indistinto, altro che nirvana, altro che distacco spassionato, questi buddisti non mi sembrano tanto buddisti, te lo dico senza voler polizzare, so bene che i discorsi sull'appartenenza non ti toccano minimamente, tu sei il più placido dei relativisti, o Buddha che sei nel nulla, e che sei nulla.

 

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