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Ex confini: Ita-Slo, crisi frena la collaborazione (Il Piccolo 21 dic)

TRIESTE Un anno fa cadeva il confine tra l’Italia e la Slovenia. Ettore Rosato, attualmente parlamentare del Pd, quel momento lo ha vissuto in prima persona, come sottosegretario all’Interno, e dispone quindi di un osservatorio privilegiato per valutare gli effetti dei dodici mesi trascorsi senza le sbarre ai valichi.

«Il bilancio – esordisce – è senz’altro positivo per la libera circolazione delle persone, già di per sè importante per la quotidianità della vita. Si è poi vista una maggiore integrazione fra i territori, economica e politica. Certo – rileva – gli investimenti sono stati pochi in seguito alla crisi internazionale».

Sul piano del commercio, Rosato ammette che la concorrenza slovena ha creato problemi al tessuto commerciale di Trieste e del Friuli Venezia Giulia, ma sottolinea anche che molti più sloveni si sono spostati nelle nostre province per i loro acquisti. «Il mercato – osserva – si è allargato, e comporta quindi una maggiore competizione ma anche maggiori vantaggi per gli utenti finali. Il tessuto economico di Trieste – aggiunge – non soffre per l’apertura dei confini ma per un suo sovradimensionamento che risale agli anni ’70, proprio quando il confine era la ”cortina di ferro”».

Quanto agli effetti sul fronte politico, il parlamentare del Pd parla di «lenti ma significativi passi in avanti nel pensare assieme allo sviluppo. Ci sono segni di una logica concorrenza fra i territori, i porti, i centri commerciali – osserva – ma si stanno anche sviluppando progetti comuni, come il bus transfrontaliero fra Trieste e Sesana, che è nella sua fase sperimentale, o la metropolitana leggera che dovrà collegare Monfalcone a Capodistria. Ci sono molte cose – conclude – che stanno accelerando: lo sviluppo è quello che si costruisce assieme».

Secondo il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, la caduta del confine ha avuto un altrettanto esaltante coronamento poche settimane fa con l’apertura della Grande viabilità triestina. «L’integrazione – commenta il sindaco – è ora più completa: un quarto d’ora ci separa da Capodistria e tre quarti d’ora da Lubiana. E il senso di libertà è totale adesso, poiché non bisogna più mostrare i documenti e attendere che le sbarre vengano sollevate. Oggi, in una cerimonia a Fernetti assieme alle autorità slovene brinderemo alle feste e all’amicizia tra due Paesi liberi. Su eventuali difficoltà nelle collaborazioni economiche non intendo soffermarmi, secondo me il bilancio dopo un anno – conclude il sindaco – è solo positivo».

Non schiva invece la questione la presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat, che pur definendo la caduta del confine un evento epocale e ottima la collaborazione sui progetti di trasporto transfrontalieri, sostiene che «ora bisogna muoversi anche nel campo della competitività perché in Slovenia le imprese godono di vantaggi in campo burocratico e fiscale. È necessario però stringere alleanze – conclude – tra i porti e gli interporti».

«Proprio l’accordo di collaborazione che stringeremo a gennaio tra i porti di Trieste e di Capodistria assieme anche ai rispettivi sindaci – sottolinea il presidente dell’Autorità portuale di Trieste, Claudio Boniciolli – porterà al superamento delle nuove incomprensioni che si erano create, e che avevano portato all’abbandono da parte di Luka Koper della gara per la gestione dello Scalo Legnami di Trieste. Ritengo sufficientemente buone anche le situazioni delle minoranze nei rispettivi Paesi, e anche per favorire la collaborazione tra tutti i porti del Nord Adriatico – conclude Boniciolli – mi auguro cessi al più presto l’atteggiamento ostile della Slovenia nei confronti dell’ingresso della Croazia nell’Unione europea».

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