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Euroregione, funziona ma non nel lavoro – 26set13

Euroregione non è soltanto un concetto astratto, riservato al ceto politico. È una realtà vissuta ormai quotidianamente dai carinziani, in particolare da quelli che risiedono a ridosso del confine con l’Italia e con la Slovenia. Forse non usano la definizione di “euroregione”, ma intendono quella, quando parlano di “rapporti di buon vicinato”. È quanto emerge da due sondaggi paralleli svolti nelle aree di confine della Carinzia dalla Società austriaca di politica europea (Österreichische Gesellschaft für Europapolitik), per conto del Land Carinzia.

Ne hanno riferito in una conferenza stampa il governatore della Carinzia Peter Kaiser, l’assessore al turismo Wolfgang Waldner e il segretario generale della Società austriaca di politica europea Paul Schmidt. “I rapporti di vicinato tra Carinzia, Italia e Slovenia – ha sottolineato Kaiser – sono cresciuti meglio di quanto dieci anni fa ci si poteva aspettare. In particolare, si sono dimostrati inconsistenti i timori di una crescita della criminalità dovuta all’eliminazione dei controlli di polizia alla frontiera”.

In altre parole, l’abbattimento delle barriere di confine ha contribuito soltanto a migliorare i rapporti economici, culturali, turistici tra le regioni frontaliere. L’unico aspetto per il quale Kaiser ha motivo di rammaricarsi concerne gli scambi nel campo dell’occupazione. “Attualmente – ha osservato – ci sono soltanto 6.000 carinziani che lavorano in Slovenia e soltanto 4.000 in Italia. Sono troppo pochi”. Ma Kaiser si è augurato che la situazione possa migliorare in futuro e che quella attuale sia condizionata dalla crisi economica presente nei due Paesi confinanti.

Wolfgang Waldner, dal canto suo, ha ricordato la sua giovinezza nella valle del Gail, quando i confini con l’Italia – Paese che per lui aveva sempre suscitato un grande fascino – erano ancora barriere quasi insuperabili. Oggi, al contrario, fioriscono sia gli scambi turistici che quelli culturali ed economici.

Sia Kaiser che Waldner hanno ribadito l’impegno del governo carinziano per intensificare ancor di più i contatti con il Friuli Venezia Giulia e con la Slovenia, accennando ai progetti transfrontalieri già in corso. Ora – hanno detto – si deve lavorare soprattutto sulla conoscenza delle lingue, per eliminare questa barriera alla comunicazione. Dal sondaggio della Società austriaca di politica europea è emerso che soltanto il 10% dei carinziani della zona confinaria parlano con disinvoltura l’italiano e addirittura soltanto il 5% conoscono lo sloveno. Troppo pochi.

Marco Di Blas
www.repubblica.it 26 settembre 2013

 

 

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