ANVGD_cover-post-no-img

Esuli e giustizia (Il Piccolo 04 ott)

LETTERE

Mi riferisco all’intervista al nuovo vescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi del 27 settembre e in particolare alla sua frase «Vorrei fare di questa città un simbolo di riconciliazione», per ricordare che su questo argomento Il Piccolo del 6 gennaio 2009 ha pubblicato un interessante articolo intitolato «Le reazioni dei politici alle parole del presidente croato e all’intervista al Piccolo del ministro Frattini», ai quali (politici) erano state rivolte le seguenti tre domande: 1) Quali premesse da soddisfare per arrivare a un atto di riconciliazione fra Italia, Slovenia e Croazia? 2) I crimini fascisti e quelli comunisti vanno messi sullo stesso piano? 3) Come va risolta la questione dei beni abbandonati?

Ritengo che ora queste domande dovrebbero essere rivolte anche agli esuli e ai cittadini di Trieste, la quale ha pagato più di ogni altra città d’Italia per i macroscopici errori dei vari governi italiani (dalle leggi razziali alle assurde dichiarazioni di guerra a Gran Bretagna, Francia, Usa, Urss, Jugoslavia, ecc. dal rifiuto del plebiscito per l’autodeterminazione dell’Istria proposto da Usa e Urss, alla firma del Trattato di Pace e del Trattato di Osimo, ecc.) e infine ha subito 43 giorni di occupazione jugoslava e le conseguenze della pulizia etnica e della perdita di gran parte della Venezia Giulia.

Mi sia concesso, pertanto, di rispondere anch’io alle suddette domande: 1) Rendere giustizia a tutte le vittime del fascismo, del nazismo (Risiera di San Sabba) e del comunismo (Foibe, pulizia etnica, rapina dei beni degli esuli). 2) Sì, i suddetti crimini vanno messi sullo stesso piano. 3) Con un equo risarcimento agli esuli, da parte dello Stato italiano, dei beni coperti dai Trattati. Con la restituzione agli esuli, da parte di Slovenia e Croazia, dei beni non coperti dai Trattati.

Sulla risposta n. 3 per quanto concerne il risarcimento, si tratta in effetti solo della restituzione dell’importo destinato agli esuli, che lo Stato italiano ha incassato dalla Jugoslavia con la vendita dei loro beni (che ha arbitrariamente usato per pagare le riparazioni di guerra alla Jugoslavia). Per la restituzione agli esuli dei beni non coperti dai trattati è necessario un accordo italo-croato, previsto dalla legge croata del 5/7/2002, per togliere la discriminazione nei loro confronti dalla legge croata sulla denazionalizzazione.

Silvio Stefani

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.