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Croazia, al via riforma giudiziaria (Il Piccolo 23 apr)

di ANDREA MARSANICH

FIUME Non è una depenalizzazione in piena regola, ma poco ci manca. Il possesso in Croazia di un limitato quantitativo di droga leggera, ad uso esclusivamente personale, non sarà più trattato alla stregua di reato penale, bensì di trasgressione. Un reato di minore entità, insomma, che comporterà pene più blande.

Ci sono altre novità: coloro che avranno causato incidenti stradali con morti, feriti o ingenti danni materiali, si vedranno comminare (ma succede naturalmente già adesso) la denuncia penale di rito. Per gli incidenti senza vittime o feriti, e con leggeri danni materiali, il responsabile avrà una denuncia per trasgressione. Punizioni più soft rispetto al passato anche per coloro che possiedono in casa fucili automatici, bombe e armi d’altro genere, per i quali non è possibile ottenere alcun porto d’armi. Se scoperti dalle forze dell’ordine, dovranno presentarsi esclusivamente al cospetto dei giudici mandamentali. Una simile prassi giudiziaria, che entrerà in vigore prossimamente, è stata resa possibile dopo la firma l’altro giorno del Regolamento provvisorio per la polizia e i procuratori statali, firma apposta dal procuratore capo della Repubblica, Mladen Bajic, e dal direttore della Polizia croata, l’ex questore fiumano Oliver Grbic. Le disposizioni inviate alla “base” da Bajic e Grbic costituiscono la parziale applicazione della sentenza della Corte europea dei Diritti dell’uomo in relazione al caso di Armando Maresti di Pisino. L’uomo si era rivolto alla Corte europea dopo che per uno stesso reato era stato processato e condannato due volte, prassi finora in uso in Croazia. Nel 2005, Maresti – in stato etilico – aveva aggredito e quindi picchiato una persona, incidente avvenuto nel terminal bus di Pisino. Maresti si era visto infliggere una denuncia per trasgressione (amministrativa) e successivamente una penale. Il Tribunale mandamentale lo aveva condannato a 40 giorni di reclusione e in seguito il Tribunale comunale (sempre di Pisino) aveva emesso nei suoi confronti una sentenze di condanna ad un anno di carcere, poi ridotta a sette mesi. La Corte europea ha dato ragione al pisinese, sentenziando che per lo stesso reato non possano esserci due procedimenti. Da qui la decisione di rendere più mite il trattamento riguardante il consumo di hashish o marijuana o la presenza di bombe a mano in una casa d’abitazione. In pratica, il “caso Maresti” ha accelerato la riforma giudiziaria, che stava per essere presa in esame dalle competenti istituzioni. Da quanto è dato sapere, il Codice penale sarà sfrondato parecchio, con l’eliminazione di una miriade di reati leggeri. Niente doppio processo anche per la violenza in ambito famigliare, che però presenta una casistica molto complicata, dove è difficile capire per un reato se si tratti di trasgressione o di qualcosa che meriti la denuncia penale.

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