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Come in Slovenia si può mandar via gli italiani (Il Piccolo 08 lug)

TRIESTE «Mi hanno sfrattato perché sono italiano. Mi hanno rimosso senza tanti complimenti da un terreno dove vent’anni fa, a pochi metri dal confine, ho realizzato un allevamento di cavalli arabi, un sogno per molti». Poche settimane fa la denuncia di un altro italiano, Fulvio Bonazza, 50 anni, triestino. Nel ’90 ha avuto l’idea di realizzare a Odolina, vicino a Materija, la sua impresa. Lì, prima sotto la bandiera jugoslava, poi sotto quella slovena, ha pagato affitto e tasse per un terreno e per dei vecchi ruderi. Ha assunto collaboratori e ha valorizzato un’area in completo abbandono. Ha creato un’attività di alto livello. Si chiama Zahrat Impex doo (il sito Internet è www.malika90.webnode.com). Ma un anno fa le autorità slovene gli hanno detto basta, vattene. Devi chiudere, perché l’area è di diritto di un cittadino sloveno, il cui terreno è confinante con quello dell’allevamento. «E pensare che siamo in Europa, nel libero mercato» commenta amareggiato l’imprenditore triestino. «Ho scritto a ministri sloveni e autorità. Si sono interessati il consolato, l’ambasciata e il nostro Ministero degli esteri. A Lubiana non ci sentono. Mi hanno scritto chiaro e tondo che devo andarmene» afferma.

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