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Avvenire – 311007 – Per Fiume una guerra formato francobollo

di Lucia Bellaspiga

L’emissione bloccata dopo le proteste da parte croata. Amari gli esuli: «Solita arrendevolezza». Quaranta millimetri per trenta. Poco più di un centimetro quadrato di carta, ma in grado di fare ancora paura. Tanto misura il francobollo dedicato alla città di Fiume che avrebbe dovuto essere emesso ieri dalle Poste Italiane, se la stessa emissione non fosse stata misteriosamente sospesa senza preavviso, provocando l’indignazione di una folla di esuli giunti apposta a Milano per “l’
annullo speciale” e rimasti a bocca asciutta sotto la pioggia. Sulle vetrine del palazzo centrale delle Poste, in piazza Cordusio, solo un laconico cartello appeso in tutta fretta: «L’emissione del francobollo per la città di Fiume 'terra orientale già italiana' è stata sospesa». Punto e basta.
Un fatto senza precedenti da quando esiste la Repubblica Italiana, che passerebbe inosservato se dietro non ci fossero intricate questioni internazionali. Poco più di un centimetro quadrato di carta pare insomma essere più forte di tutti i muri che divi­devano l’Europa delle ideologie: quelli sono crollati da tempo, il francobollo per Fiume non s’aveva da fare. «L’incredibile decisione di fermare il francobollo la mattina stessa della sua emissione, annunciata peraltro da mesi – dicevano ieri gli esuli giuliano­dalmati giunti a Milano da tutta la regione e da buona parte d’Italia – è stata motivata dalla protesta della Croazia presso il governo italiano, per un’iniziativa che secondo i croati assumerebbe un sapore 'irredentista e rivendicazionista' ». I primi malumori, infatti, sarebbero giunti al nostro ministero degli Esteri qualche settimana fa direttamente dall’ambasciata croata a Roma, e a nulla era valsa la rassicurazione della Farnesina sul fatto che, a 60 anni dal grande esodo, l’Italia è ormai ben lungi da qualsiasi rivendicazione territoriale. Ogni polemica sembrava sopita fino a ieri, quando nel pomeriggio le Poste Italiane sono state costrette a diffondere una nota per spiegare l’imbarazzante dietro-front: 'Si comunica che l’emissione prevista in data 30 ottobre 2007 è stata solo differita ad altra data. La decisione è stata assunta da Poste Italiane su richiesta del ministero delle Comunicazioni, dopo la segnalazione del ministero degli Affari esteri per una valutazione ulteriore circa il momento più opportuno per dare corso all’emissione filatelica'…
Un lungo giro di parole che si condensa tutto attorno a quel 'momento più opportuno': come a dire che alla Croazia quel francobollo di fastidio ne ha dato parecchio, proprio in questo 2007, anno in cui si è celebrato il sessantesimo anniversario dalla tragedia delle foibe, dall’esodo di 350mila italiani fuggiti da Istria, Fiume e Dalmazia, dall’ultimo atto dell’irredentismo italiano in senso lato.
«Ciò che più ha irritato la Croazia ­commentano gli esuli – è la scritta 'Fiume – terra orientale già italiana' sul francobollo…». Ma è in quel 'già' che si ravvisa l’intento pacifico ed esclusivamente celebrativo del francobollo, e d’altra parte la storia non si cancella, Fiume era italiana e negarlo non serve, nemmeno ad occultarne la memoria. «L’emissione era stata promossa ed approvata dalla stessa Consulta filatelica ed inserita all’interno di un trittico dedicato alle terre orientali – spiega il presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai, Mario Landolfi, che da ministro curò l’iniziativa – . In ogni caso sarebbe molto grave se ci trovassimo in presenza non di una momentanea sospensione ma di una definitiva cancellazione di un francobollo celebrativo di città legate alla memoria e alla storia del nostro Paese. Non va dimenticato che dei 60mila abitanti di Fiume 54mila finirono esuli per amore dell’Italia», scappati dalle loro case all’arrivo del maresciallo jugoslavo Tito per sfuggire alle foibe.

«Quanto è successo ieri è inaccettabile, conferma l’arrendevolezza costante del governo italiano e umilia gli esuli di fronte all’intera comunità nazionale», ha detto il presidente dell’Unione istriani, Mssimiliano Lacota, che in segno di protesta ha tolto il Tricolore dalla sede dell’associazione.
Proprio quest’anno, nel Giorno del Ricordo, il presidente della Repubblica Napolitano aveva per la prima volta dichiarato che «le foibe furono frutto di una pulizia etnica», ma soprattutto che l’Italia aveva per 60 anni aveva rimosso tali avvenimenti «per convenienze internazionali». Corsi e ricorsi storici.

Toth: «In Croazia presto ci saranno le elezioni e qualcuno qui ha pensato di non disturbare»
DA MILANO
È arrivato da Roma, come tanti altri, Lucio Toth, presidente dell’Associazione nazionale Venezia
Giulia e Dalmazia: «Nessuno ci ha avvertito e noi siamo partiti per Milano. Quando dal ministero mi hanno telefonato ero già in viaggio…». Anche lui ora staziona sotto la pioggia milanese e sotto
quel cartello: 'L’emissione è stata sospesa'. Che cosa le hanno spiegato? Che ieri sera alle 22 il ministero delle Comunicazioni ha emanato di fretta una circolare che sospendeva l’emissione, con 3 milioni e mezzo di francobolli stampati per essere diffusi oggi.
'Ahi serva Italia…'. L’arrende­volezza dell’Italia è storia antica, dice Dante… Persino le parole di Napolitano a febbraio crearono imbarazzi: non abbiamo dignità nazionale e rispetto per la nostra
storia. In Croazia a fine mese ci saranno le elezioni e qualcuno qui ha pen­sato di non disturbare, di aspet­tare 'il momento più opportuno', come dicono le Poste. Una settimana fa era arrivata alla Farnesina una nota di protesta dell’ambasciata e questo è bastato: una bella mascalzonata da parte dell’Italia, anche se per altri versi questo governo ha fatto parecchio per il riconoscimento di una verità insabbiata da decenni… Strano anche che nessuno vi abbia avvisato. Se non la mattina stessa della celebrazione: non penso sia una 'dimenticanza'. Purtroppo molti di noi vengono da lontano e tutto era pronto, compresa la presentazione ufficiale del francobollo da parte di Bruno Crevato Selvaggi, membro della Consulta filatelica italiana, e Guido Brazzoduro, sindaco del Libero Comune di Fiume in esilio. C’è persino un lato comico molto italiano: non tutti gli uffici postali hanno recepito lo stop al mattino, così alcuni fogli erano stati venduti. Avviso ai filatelici: ora varranno oro!

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