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Attenti alla ”pegola” attorno a Umago (Il Piccolo 22 ott)

di NIKI ORCIUOLO

Anche se non fa parte dell’ampio golfo di Trieste, compreso tra Grado e Salvore, che abbiamo provato a descrivere in un questa rubrica, vale la pena di soffermarsi anche su Umago e il suo importante marina proprio perché la cittadina istriana, dopo la disgregazione della Jugoslavia, è diventata la meta di quasi tutti i diportisti nautici che vogliono entrare nelle acque territoriali croate e iniziare una crociera, breve o lunga che sia, in Istria e Dalmazia.

Prima “le carte” d’ingresso si facevano generalmente a Pirano e poi si salpava per le coste istriane ora invece è Umago il punto di entrata e uscita dalla Croazia e il suo porto, specie in alta stagione, è assai movimentato. Il grande marina offre quasi 600 posti cui si aggiungono quelli alla banchina della città e altri a pagamento ai gavitelli nella baia.

Provenendo da nord bisogna comunque evitare alcune secche per altro ben segnalate. Sulle secche di Umago, poste a semicerchio a nord-ovest della cittadina, in passato erano naufragate molte imbarcazioni a vela e molta pece, detta pegola, era rimasta attaccata agli scogli affioranti tanto che alla secca e alla punta nord della baia è rimasto il nome di Pegolotta.

Anche Umago, come Isola e Capodistria, era un’isola che venne, con un graduale interramento, unita alla terraferma, ma la presenza di secche rendevano pericolosa l’entrata in baia tanto che, ancora nel 1778, il vescovo Negri si lamentava che l’accesso non era segnalato da porporelle, chiamate dagli abitanti garofolini. In verità i Veneziani vi avevano sistemato nel 1671 un segnale in muratura, ma solo nel 1875, fu finalmente sistemato l’ingresso con una diga di 400m.

Anche se certo non mancavano i pescatori, diversamente da altre cittadine rivierasche, Umago nei secoli basò la sua economia principalmente sulla vendita di animali e generi agricoli provenienti dall’entroterra. Era dunque un porto in cui passava molta merce e denaro. Sotto la Serenissima, questo favorì un certo benessere che permise alla cittadina di espandersi dal primo nucleo urbano insulare, chiamato Castello, un tempo circondato da mura medioevali, in parte ancora visibili, al Borgo in terraferma, unito al precedente da un ponte levatoio.

Umago ha ben conservato il centro storico con tipiche case istriane in pietra del XV e XVI secolo e, anche se chi va per mare è costretto ad una noiosa sosta burocratica che spesso indispone verso il luogo i diportisti nautici in cerca di pace e relax, certo meriterebbe una sosta e una visita più prolungata.

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