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arcipelagoadriatico.it – 17.06.08 – La Trieste di Tommaseo al Caffè Stella Polare

Una mostra che rievoca la città ottocentesca, intitolata “Trieste ai tempi di Niccolò Tommaseo”  è stata inaugurata nei giorni scorsi al caffé Stella Polare sito in Piazza Sant’Antonio. In dieci pannelli disposti nelle due sale interne del Caffé si snodano le immagini più significative degli uomini e degli spazi del tempo ricordati in una serie di litografie ed acquarelli degli artisti dal 1830 al 1860 circa, prestate per l’occasione dalle collezioni pubbliche e private della città. Riaffiorano così signore con ombrellini colorati in abiti riccamente ornati, signori nei lunghi ed eleganti frac con i tipici cilindri, ma anche gente in abiti folcloristici provenienti dall’entroterra istriano, sloveno e croato, dal Friuli, Veneto, Regno d’Italia, Svizzera, dalle parti orientali dell’Impero e da tutte le zone dell’Adriatico che affluivano nella città per trovare impiego come manodopera industriale, cantieristica e commerciale. Le feste da ballo al Tergesteo, con addobbi tricolore che s’intrecciano con le aquile austriache; il carnevale in Piazza della Borsa dove dominava l’alta statua dell’Imperatore Leopoldo I, eretta nel 1808; il Porto Nuovo; il Passeggio dell’Acquedotto diventato più tardi Viale XX Settembre che anche allora costituiva la passeggiata prediletta dei triestini; il famoso Gabinetto cinese che ospitava numerosi prodotti orientali d’epoca e lavori d’arte e d’artigianato cinesi allora in voga che era il ritrovo dell’aristocrazia frequentato anche dall’arciduca Massimiliano e dal barone Pasquale Revoltella: sono solo alcune delle immagini che si possono osservare. Come ricorda uno dei pannelli, Trieste contava allora circa 50.000 abitanti e pur non essendo una metropoli vantava un numero significativo di teatri, negozi ed alberghi. Tra i più importanti l’Hotel Daniel ed il Delorme situato in piazza centrale, oggi piazza Unità d’Italia, che vantava una ampia sala di lettura, bagni, ristoranti, comfort e prezzi moderati, l’Hotel Aquila Nera dove visse per un periodo lo scrittore Stendhal, la Locanda Grande (Piazza Unità) nella quale fu assassinato il celebre archeologo tedesco Winklemann, ed uno, ancora esistente, l’Hotel Continental. Sono ricordati inoltre il Teatro Armonia, inaugurato dall’arciduca Massimilano, in funzione dal 1857 al 1907 che ospitava spettacoli di prosa, musica, balletto ed arte varia, il Teatro Grande, eretto nel 1821 sul posto del vecchio Teatro S. Pietro del 1801 ed in seguito, nel 1901 ribattezzato Teatro Comunale Verdi ed, infine, il Teatro Diurno, poi demolito, all’aperto situato nella zona oggi occupata dalla via Coroneo ed utilizzato per le rappresentazioni estive anche cinematografiche che si protrassero fino alla seconda metà del Novecento.
Nelle vedute si scorge il Borgo Teresiano, cuore commerciale della città sorto nel Settecento al di fuori delle antiche mura medioevali a seguito della nascita del Porto Franco. In primo piano i grandi velieri all’ormeggio sulle Rive e davanti al vecchio ponte girevole che ha dato il nome alla Piazza Ponte Rosso. Dietro il Ponte, la chiesa neoclassica di Sant’Antonio Nuovo firmata da Pietro Nobile e costruita tra il 1828 ed il 1849 e, a lato, il campanile settecentesco della chiesa ortodossa di San Spiridone, demolita nel 1961 per far spazio al nuovo tempio.

Fanno da filo conduttore di questi “ricordi” la vita e l’impegno culturale e civile di Niccolò Tommaseo (1802-1874), dalmata, sebenzano di nascita, autore del primo dizionario italiano dei sinonimi e fervido combattente per l’autonomia della Dalmazia ed il suo avvicinamento culturale e politico alla Penisola.

La mostra, ideata ed organizzata dall’Associazione Artecultura Trieste, patrocinata dalla Provincia di Trieste e dal Comune di Trieste, Civici Musei di Storia ed Arte, resterà aperta fino al 31 luglio.

Daria Garbin

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