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Ansa – 120108 – Croazia: nuovo governo Sanader con vice serbo

ZAGABRIA – Il Parlamento croato ha votato questa sera la fiducia al
rinnovato governo di centro-destra di Ivo Sanader, impegnato a far compiere
alla Croazia l'ultimo balzo verso l'adesione a Ue e Nato. E attrezzato al
contempo per chiudere, con la piena cooptazione della minoranza serba, la
pagina dei rancori etnici ereditati dalla guerra degli anni '90. Frutto d'un
laborioso negoziato seguito al risultato al fotofinish delle elezioni di
novembre, il nuovo esecutivo ha ottenuto il sì di 82 deputati sul totale di
153 seggi del Sabor – il Parlamento unicamerale croato. Una maggioranza
assoluta che il primo ministro si è detto convinto stasera possa
rappresentare titolo di garanzia per un secondo mandato quadriennale di
stabilità: destinato nelle aspettative generali a culminare nella definitiva
integrazione euroatlantica entro il 2010.

      La novità più rilevante rispetto al governo uscente è la
partecipazione di un rappresentante della minoranza serba, Slobodan Uzelac,
che ricoprirà la carica di vicepremier. Perno della coalizione resta la
Comunità democratica croata (Hdz), liberata con mano morbida da Sanader
dalle secche del nazionalismo vecchia maniera del defunto padre della patria
Franjo Tudjman e condotta su posizioni europeiste e moderate. Un partito che
si è confermato prima forza del Paese a novembre con il 33% dei voti
nonostante la spettacolare rimonta dei rivali di centro-sinistra del Partito
socialdemocratico del quarantenne Zoran Milanovic. E che tuttavia, rispetto
al mandato precedente, deve cedere qualche spazio agli alleati. Sulle 17
poltrone di ministro e su quelle di vicepremier siederanno infatti anche
esponenti di due formazioni centriste, il Partito dei contadini (Hss) e il
Partito social-liberale (Hsls), nonché di rappresentanti delle minoranze
nazionali: decisivi questa volta per le sorti della maggioranza
parlamentare. Tra i voti chiave, anche quello di Furio Radin, unico deputato
eletto dai circa 20.000 italiani di Croazia, al quale il premier ha promesso
la continuazione dei finanziamenti dei progetti culturali della comunità e
una più concreta applicazione del bilinguismo in Istria. La maggiore novità
di questo gabinetto riguarda proprio il ruolo dei partner minori, che
durante il precedente mandato si erano limitati all'appoggio esterno e che
da oggi entrano viceversa nella stanza dei bottoni.

      Storico – concordano gli analisti di Zagabria e di Belgrado – può
essere definito in particolare l'ingresso nella compagine del vicepremier
della minoranza serba Uzelac, incaricato di occuparsi di uno sviluppo più
equo delle regioni, della tutela delle minoranze, della piena integrazione
dei 250.000 serbi di Croazia e del destino dei 100.000 connazionali esclusi
finora dal rientro dopo l'esodo seguito alla dissoluzione della ex
Jugoslavia. Tra i dicasteri rimasti all'Hdz, l'unica novità significativa
riguarda invece gli Esteri, affidati da Sanader al giovane deputato Gordan
Jandrokovic: un suo esecutore fidato, secondo l'opinione dei commentatori.
Le priorità di politica estera sono d'altronde chiare, definite e saldamente
nelle mani del premier. Al primo punto assoluto del programma è l'obiettivo
dell'adesione della Croazia all'Unione europea entro la fine del decennio.
Con la conseguente necessità di proseguire sulla via delle riforme
istituzionali e dell'adeguamento agli standard imposti da Bruxelles, in
primo luogo in materia di sistema giudiziario. Ma anche di accelerare il
ritmo di crescita economica dall'odierno 4% annuo al 5-7% preventivato,
attraverso nuovi incentivi alle piccole e medie imprese e agli investitori
esteri, sgravi fiscali, ulteriore promozione del turismo, creazione di
distretti industriali. Mentre sullo sfondo s'impone uno sforzo per superare
il contenzioso innescato proprio da Zagabria con la recente costituzione
unilaterale di una zona di protezione della pesca in Adriatico. Un gesto di
sfida agli interessi di Italia e Slovenia che – se non appianato – rischia
di generare intoppi all'ultima curva anche con la Commissione Europea.

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