«Cultura non è solo scrivere articoli di giornale o romanzi. Credo che dovremmo riconsiderare il significato di questo termine: come sostiene Lin Yutang, la cultura è la capacità di amare e lavorare con passione e coerenza. Anche chi si occupa, per esempio, di una ristrutturazione ospedaliera a vantaggio dei degenti credo stia facendo un'importante operazione culturale».
Nel ricevere ieri mattina il sigillo della Provincia come riconoscimento per la sua attività accademica e letteraria, Claudio Magris ha invitato a una riflessione sull'accezione della parola cultura. E mentre ringraziava per l'attestato di stima, ha ricordato come i risultati raggiunti con il suo lavoro siano dipesi dall'aiuto di molte persone, in primis da coloro che, raccontandosi, gli hanno regalato la propria storia: «Ricordo che andai a trovare un uomo che viveva da solo in un'isola del Quarnero. Su di lui e sulla sua vita scrissi in un articolo per il Corriere della Sera. Un anno dopo ritornai a fargli visita: aveva letto l'articolo con entusiasmo, felice di essere finito sul giornale. Così mi narrò nuovamente la sua storia, ma stavolta per farlo usò le mie parole. Obiettai che quella storia l'avevo scritta io e lui si complimentò con me: ma in realtà, per quell'uomo, io ero solo la persona che aveva messo in pagina la sua esperienza di vita».
Di vicende come queste Magris ne ha raccontate molte: storie di uomini, ma strettamente legate al territorio, un po' come la sua. Che, come ha ricordato la presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat nel consegnargli il sigillo, è la storia di un intellettuale che «rimasto affettuosamente uomo di questa città e di questo territorio, rapsode e testimone delle sue specificità di confine». «È anche grazie ai suoi articoli sul Corriere – ha proseguito la presidente – se le vicende di quest'area, ricca, tragica, contraddittoria e complessa, sono note».
A festeggiare Magris, oltre a numerosi sindaci e assessori del territorio, c’erano anche Giorgio Pressburger e Antonio Calenda.
Giulia Basso
