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A Fasana riaprirà la materna italiana (Il Piccolo 02 ott)

FASANA Entro un anno, nel pittoresco borgo di pescatori di rimpetto alle isole Brioni, verrà aperta – anzi riaperta – un'istituzione prescolare italiana. L'iniziativa lanciata qualche tempo fa dalla Comunita' degli Italiani vede pienamente favorevole il nuovo sindaco Ada Damjanac, che a differenza del predecessore Dusanka Suran è molto sensibile e attenta nei riguaradi della Cni. Durante la visita a Fasana del console generale d'Italia a Fiume Fulvio Rustico, il sindaco ha promesso che in tempi molto brevi verrà individuato l'immobile che ospiterà la scuola materna italiana, la cui inagurazione viene fissata in concomitanza con l'inizio dell'anno scolastico 2010/2011.

Il console si è detto entusiasta dell'iniziativa che sicuramente, ha spiegato, rafforzerà la matrice italiana di questa cittadina. E ha promesso tutto il suo appoggio nelle sedi e istanze attraverso le quali il progetto dovrà passare per giungeere all'importante traguardo. Ricordiamo che nell' attuale asilo di Fasana opera una sezione italiana con 25 bambini che rappresentano la capienza massima, mentre l'interesse dei genitori è molto più elevato. Sono una quarantina infatti i nuclei familiari che vorrebbero un'istituzione prescolare autonoma tutta italiana con sezioni che vadano dall'asilo nido ai gruppi prescolari.

Il sindaco Ada Damjanac si è spinto oltre, manifestando la sua disponibilità a intavolare un altro discorso molto caro agli italiani del posto. vale a dire la riapertura della scuola elementare italiana, che negli anni '50 venne soppressa dal regime comunista. Abbiamo diversi alunni che ogni giorno sono costretti a viaggiare a Pola e a Dignano per frequentare la scuola italiana, ha spiegato, per cui sarebbe importante aprire a Fasana perlomeno una sezione periferica con le prime quattro classi, sul modello di Gallesano e Sissano.

Bisogna infine rendere merito al presidente della comunità Giancarlo Moscarda del rilancio dell'italianità a Fasana dagli anni '90 in poi, da quando cioè i connazionali del posto hanno ripreso a usare la loro lingua anche nei luoghi pubblici dopo che per decenni il precedente regime non tollerava altri idiomi oltre al serbocroato lungo il cammino che il maresciallo Tito percorreva per raggiungere la sua residenza a Brioni. (p. r.)

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