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31 ott – Il regista di ”Trst je nas”: è la parodia dei nostalgici

«Ho sentito qualcosa delle polemiche suscitate a Trieste dal mio film. Suppongo che siano derivate dal trailer che ha enfatizzato i toni per attirare l’attenzione. Ma il mio film non è una provocazione anzi è una parodia che prende di mira proprio un certo particolare modo di pensare». Così il giovane regista sloveno Ziga Virc, autore di ”Trst je naš!” ha risposto dalla Francia al Piccolo poche ore dopo l’infuocata conferenza stampa convocata ieri mattina dall’Unione degli istriani per attaccare l’iniziativa. Nell’opera si vedono tra l’altro i partigiani con la stella rossa partire alla riconquista di Trieste riecheggiando in qualche modo i tragici quaranta giorni d’occupazione del 1945.

«Da un certo punto di vista – precisa Virc, che ha solo 22 anni – sono contento che vi sia stato un po’ di clamore perché ciò mi ha procurato pubblicità e spero di far passare momenti interessanti ma anche piacevoli con la proiezione che avverrà venerdì alle 20 alla Casa Kosovel a Sesana. Non ho invitato personaggi particolari, chiunque verrà sarà il benvenuto. Proiettare il film in un centro a pochi chilometri dal confine non ha alcun significato specifico, tantomeno di provocazione. La première – ha aggiunto – è avvenuta in questi giorni a Lubiana in un clima molto amichevole alla presenza anche dei miei insegnanti dell’Accademia per il teatro, la radio, il cinema e la televisione di Lubiana a cui sono grato per avermi dato i mezzi per girarlo. Poi mostreremo ”Trst je nas” in altri centri della Slovenia, ma anche in festival e in altre nazioni».

Per far comprendere quale tipo di film sia il suo cortometraggio che dura 27 minuti, Virz ha scomodato precedenti celebri quali ”Il grande dittatore” di Charlie Chaplin oltre a ”Bastardi senza gloria” di Quentin Tarantino nei cinema italiani proprio in queste settimane. «Il mio film è una commedia – ha precisato – e presenta il conflitto generazionale tra i figli e i padri che non vogliono che la storia venga dimenticata. Sono stato molto attratto dalla questione di Trieste non per la città in sé, ma come simbolo di tutte le discussione che ancora oggi Trieste sta suscitando tra le nostre due nazioni. Io sono però dell’opinione che noi giovani dovremmo vivere ciò con distacco e guardare avanti. Ora viviamo tutti in una comunità molto più allargata e dovremmo rispettarci di più l’un l’altro».

“Trieste tornerà slovena”. “Nel 2010 riscriveremo la storia”. Sono queste le frasi pronunciate all’interno dello spot che promuove il cortometraggio “Trst je naš!”, che hanno maggiormente turbato ieri la folla raccoltasi nella sede dell’Unione degli istriani.

L’appuntamento era stato fissato dal presidente dell’Unione, Massimiliano Lacota, proprio per vedere alcune delle immagini della fiction che sarà proposta a Sesana venerdì. Qualcuno ha sorriso, interpretando lo sforzo del giovanissimo regista sloveno, Ziga Virc, che sta completando la tesi di laurea, come una volontà di offrire una rilettura parodistica dei fatti descritti nel cortometraggio, ma la maggior parte dei presenti ha provato sdegno, di cui si è fatto portavoce lo stesso Lacota. «Abbiamo già inoltrato una nota di protesta al ministero per gli Affari esteri – ha annunciato – per i contenuti di questo spot pubblicitario che non solo sono contrari allo spirito di pacifica convivenza e di rispetto reciproco, ma sono addirittura apertamente minacciosi e incitanti all’odio razziale».

«Non ci troviamo solo di fronte all’ennesima provocazione – ha accusato Lacota – ma a un’operazione più complessa di riscrittura della storia che ricalca i modi della propaganda jugoslava dell’immediato dopoguerra che stimolava nelle nuove generazioni il mito della vittoria mutilata e di Trieste e Gorizia ingiustamente disgiunte dalla madrepatria».

«Riteniamo – ha aggiunto il presidente dell’Unione degli istriani – che alle spalle del giovane regista sloveno ci sia una regia occulta che mira a qualcos’altro. In un Paese normale – ha proseguito Lacota – tutto questo non potrebbe accadere, anche perché, e questo è un elemento che giudichiamo estremamente grave, i 27 minuti della fiction, che ha come sottotitolo ”La battaglia che non c’è stata”, sono stati realizzati in collaborazione con la Rtv di Lubiana».

Al di là delle frasi messe sotto accusa da Lacota e dai partecipanti all’incontro, lo spot propone scene nelle quali ricompaiono le bandiere jugoslave, le stelle rosse, i partigiani e le partigiane di Tito, che hanno richiamato nella memoria di molti dei presenti ricordi amarissimi e mai sopiti.

Silvio Maranzana e Ugo Salvini su Il Piccolo del 31 ottobre 2009

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