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27dic11 – Tombe italiane in istria, interrogazione parlamentare

Nel corso della seduta n. 564 del 21 dicembre 2011 della camera dei deputati, l’on. Ettore Rosato, sollecitato dall’Irci di Trieste, ha presentato un’interrogazione a risposta scritta (4-14325) sullo stato di conservazione e sugli interventi operati dalle autorità slovene e croate sulle tombe italiane in Istria, esposte al rischio di abbandono, espropriazione e distruzione. Pubblichiamo di seguito il testo integrale dell’interrogazione.

 

Al Ministro degli Affari Esteri. – Per sapere – premesso che:
nella relazione del gennaio 2009 dell’Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata presentata nel corso del tavolo tra Governo e Associazione degli esuli istriani, fiumani e dalmati presso la Presidenza del Consiglio dei ministri viene quantificato in 25 mila il numero delle tombe italiane nella parte dell’Istria di giurisdizione slovena, nella parte d’Istria di giurisdizione croata e nelle isole di Cherso e di Lussino; nelle tombe italiane sono sepolti circa 100 mila defunti in quanto c’è un numero di sepolti superiore alla singola unità per ciascuna tomba, dovuto al fatto che solo alcune di queste erano in concessione perpetua anziché a termine: la cifra elevata tiene anche conto del fatto che un numero imprecisato di tombe è stato disperso durante il periodo intercorso fra la promulgazione della legge jugoslava del 1960 e la nuova legge croata del 1998;
le tombe e le lapidi italiane rappresentano un luogo di ricomposizione con la terra natia per le famiglie degli esuli e sono considerate un patrimonio prezioso per le stesse;
con la collaborazione delle direzioni dei cimiteri le antiche steli delle tombe italiane sono state restaurate e conservate in appositi lapidari anche nell’ambito del progetto «Tutela e manutenzione del patrimonio monumentale delle sepolture italiane nei cimiteri dell’Istria»; la tutela dei beni cimiteriali non si esaurisce con quella delle tombe in senso stretto, ma si estende anche ai monumenti ai caduti, alle vittime delle foibe e alle vittime delle fosse comuni;
nel passato più recente, però, nella medesima relazione di cui sopra, sono state quantificate nel 22 per cento le tombe o le lapidi italiane che sono state oggetto di cancellazione delle vecchie incisioni e sono un migliaio i sepolcri dismessi; un’analisi abbastanza aggiornata calcola in 12 milioni di euro il fabbisogno per un programma esaustivo di tutela delle tombe presenti nei cimiteri istriani e dalmati; la carenza di mezzi finanziari ha portato l’Istituto sopra citato a fare delle scelte obbligate tra le maggiori urgenze; un nuovo allarme lanciato dalla comunità italiana di Fiume riguarda l’espropriazione legale nel caso non vengano rinnovati i contratti di proprietà, poiché le famiglie si sono estinte, cancellando la memoria storica che le lapidi possono rappresentare; ci sono segnali positivi da alcune amministrazioni dei cimiteri, come quelli di Pisino e Rovigno, dove sono conservate oltre 150 antiche lapidi; in passato, un rischio concreto di sparizione di queste lapidi era stato corso in seguito all’iniziativa delle pompe funebri di vendere all’asta 150 tombe di vecchia data, per lo più italiane, considerate mal ridotte e ingombranti;
rispetto ad altre iniziative artistiche e culturali intese a tutelare la comunità italiana sul territorio, il recupero delle sepolture italiane è ad un livello inferiore -:
se sia a conoscenza del rischio di veder scomparire le antiche lapidi e tombe italiane e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di tutelarne la presenza futura.

(fonte Camera dei Deputati 21 dicembre 2011)

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