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03 ott – Giuseppe Parlato e mezzo secolo di Fiume

Fresco di stampa, è nelle librerie "Mezzo secolo di Fiume. Economia e società a Fiume nella prima metà del Novecento" dello storico Giuseppe Parlato (Cantagalli, 216 pp, € 14,90).

Nei primi cinquant'anni del secolo Fiume ha rappresentato un laboratorio politico di prim'ordine. Se dal XVI secolo Fiume ha goduto dell'autonomismo ungherese – che garantiva alla maggioritaria comunità italiana indipendenza ed autonomia culturale e tutela della propria lingua – dopo la Prima guerra mondiale Fiume ha cambiato dal 1918 al 1924 ben 12 governi ma ha contemporaneamente elaborato altri due modelli politici: l'irredentismo culturale – prima che politico – e il fiumanesimo, segnato dalla Carta del Carnaro e dalla Reggenza dannunziana.

L'ultimo modello politico è stato il cosiddetto "fascismo di frontiera" e cioè quel particolare isolamento che Fiume ha avuto a livello economico e politico fra 1924 e l'inizio degli anni 30, e che si è risolto favorevolmente per la città soltanto con la guerra d'Etiopia e la Seconda guerra mondiale. Questa vicenda fiumana viene analizzata nel volume attraverso la situazione economica della città dalla floridezza ungherese alla fame alla quale fu costretta dal governo Nitti nel 1920.

 

 

 

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