«Ho scritto una lettera al presidente sloveno Danilo Türk per riuscire a trovare un punto di mediazione. La mia idea, infatti, era e resta quella di ritrovarci tutti in piazza Unità con gli inni dei tre Paesi suonati prima dello spettacolo di Muti». Roberto Dipiazza, Sindaco di Trieste, è lontano, in questi giorni: sta ricaricando le batterie in Sardegna ma tra i suoi pensieri ce n’è uno che rimane fisso e fa rima con la data del 13 luglio. Con il concerto triestino del maestro Riccardo Muti, una perla che il primo cittadino vorrebbe impreziosita dalla presenza contemporanea dei tre Capi di Stato di Italia, Slovenia e Croazia. Un incontro al momento avvolto ancora dalle nebbie dell’incertezza, tra richieste – da un lato – di una visita all’ex hotel Balkan e controinviti – dall’altro – a recarsi allora anche alla Foiba di Basovizza.
«Queste polemiche mi hanno infastidito – chiarisce Dipiazza al telefono dal mare sardo -. Ritengo sia fuori luogo infatti andare a posare corone da una parte e dall’altra. Il messaggio che voglio far arrivare è: troviamoci assieme al maestro Muti a Trieste, con i giovani dei tre Paesi che suoneranno sul palco e che sono il futuro di Italia, Slovenia e Croazia, con i tre presidenti che rappresentano le istituzioni delle rispettive nazioni e in una piazza bellissima. Un momento importante per tutta l’area». Se ancora il suo pensiero non fosse chiaro, il sindaco lo rimarca: «Basta, il Novecento è storia. Le radici sono importanti, la cultura e il patriottismo siano conservati ma il nazionalismo no. Non è possibile continuare a parlare del secolo scorso, con le sue pagine drammatiche, come se dovesse accadere ancora qualcos’altro. Spero – conclude Dipiazza – che i giovani di Italia, Slovenia e Croazia siano più avanti delle persone che restano ancorate al passato. Certo, noi dobbiamo impegnarci per fare in modo che certe cose non accadano mai più, questo sì».
(fonte m.u. su Il Piccolo del 2 luglio 2010)
