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vaccari.it – 091207 – Quando Fiume era francese

“Fiume, Illyrie”. Per qualche tempo, esattamente tra il 1809 ed il 1813, la corrispondenza originata dall'attuale Rijeka parlava francese. È il periodo napoleonico, che apre il volume “The postmarks of Fiume 1809-1945”.

Il libro prosegue, attraverso le fasi storiche successive, fino al volgere del Secondo conflitto mondiale, analizzando gli annulli impiegati in città. È una storia anche italiana, come ricorda il francobollo atteso domani. Non a caso, lo studio, scritto in inglese e dovuto a John Gilbert (164 pagine in bianco e nero, 30,00 euro), è edito dall'Italy and Colonies study circle.

Sotto l'occhio del collezionista vi sono il periodo austriaco (tra 1814 e 1870), quello specificamente ungherese (1870-1918), gli anni della Grande guerra che hanno visto arrivare i militari imperial-regi, l'occupazione alleata (1918-1919), l'avventura di Gabriele d'Annunzio (1919-1920), la Città libera e, infine, l'avvio dell'amministrazione italiana, destinata ad espandersi nel 1941 e a collassare pochissimi anni dopo. Nel maggio 1945 gli jugoslavi presero il controllo del territorio, introducendo obliterazioni prima bilingui in italiano e serbo-croato, poi soltanto in quest'ultimo idioma, magari con la trasposizione in caratteri cirillici.

Capitoli specifici riguardano i bolli per i trasporti ferroviari, marittimi e aerei, le manifestazioni filateliche, i campi detentivi. Considerati, inoltre, gli ovali di servizio e le etichette delle raccomandate e degli altri servizi. Un accenno è dato ad ulteriori località, come Sussa, Fiume Litorale, Zara, le isole di Arbe e Veglia.

 

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